Lo studio ha per oggetto la rescissione del contratto per lesione 'ultra dimidium', concendrandosi sulla natura e sul fondamento giuridico dell'istituto. La 'laesio enormis' risulta disciplinata in due costituzioni contenute nel Codice di Giustiniano. Contro il principio classico per cui alle parti di una compravendita è lecito 'se circumvenire' nella determinazione del prezzo di vendita, dalle due costituzioni imperiali emerge che un accordo per un prezzo inferiore alla metà del valore della cosa venduta è contrario al principio della buona fede e può dunque essere rimesso in discussione. Lo squilibrio 'ultra dimidium' viene dunque considerato uno squilibrio inaccettabile che giustifica la rescissione del contratto senza bisogno di ulteriore requisiti, quali ad esempio lo stato bisogno e l'approfittamento dello stato di bisogno. Se il principio della buona fede fonda l'istituto della rescissione, gli effetti della rescissione sono invece individuati secondo il diverso principio dell'equità. Il compratore quindi dovrà restituire la cosa comprata oppure dovrà integrare il pagamento fino al raggiungimento del giusto prezzo. L'equità, insomma, vuole che lo squilibrio, inaccettabile secondo buona fede, venga eliminato. Non importa invece se tale eliminazione avvenga con una remissione in pristino che passa attraverso la rescissione oppure con un adeguamento del contratto, cioè con una sua 'reductio ad aequitatem'.
La misura della sinallagmaticità: buona fede e laesio enormis
ZILIOTTO, Paola
2007-01-01
Abstract
Lo studio ha per oggetto la rescissione del contratto per lesione 'ultra dimidium', concendrandosi sulla natura e sul fondamento giuridico dell'istituto. La 'laesio enormis' risulta disciplinata in due costituzioni contenute nel Codice di Giustiniano. Contro il principio classico per cui alle parti di una compravendita è lecito 'se circumvenire' nella determinazione del prezzo di vendita, dalle due costituzioni imperiali emerge che un accordo per un prezzo inferiore alla metà del valore della cosa venduta è contrario al principio della buona fede e può dunque essere rimesso in discussione. Lo squilibrio 'ultra dimidium' viene dunque considerato uno squilibrio inaccettabile che giustifica la rescissione del contratto senza bisogno di ulteriore requisiti, quali ad esempio lo stato bisogno e l'approfittamento dello stato di bisogno. Se il principio della buona fede fonda l'istituto della rescissione, gli effetti della rescissione sono invece individuati secondo il diverso principio dell'equità. Il compratore quindi dovrà restituire la cosa comprata oppure dovrà integrare il pagamento fino al raggiungimento del giusto prezzo. L'equità, insomma, vuole che lo squilibrio, inaccettabile secondo buona fede, venga eliminato. Non importa invece se tale eliminazione avvenga con una remissione in pristino che passa attraverso la rescissione oppure con un adeguamento del contratto, cioè con una sua 'reductio ad aequitatem'.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.