Le c.d. ‘Grandi Terme’, situate nella zona sud-occidentale della città, sono – è ormai noto – uno dei più vasti edifici pubblici dell’Aquileia tardo-antica. Come molti altri monumenti dell’importante centro romano, hanno subito profonde trasformazioni nel corso del Medioevo, che le hanno private completamente dei loro elevati, rendendo oggi difficile ricostruirne il lusso originario, testimoniato quasi esclusivamente dai raffinati pavimenti musivi. Le ricerche archeologiche condotte dall’Università di Udine negli ultimi otto anni hanno rivelato molti elementi per la ricostruzione dell’edificio tardo-antico e delle sue fasi di vita, fra IV e V secolo d.C., ma, soprattutto, stanno mettendo in luce la lunga storia del complesso termale dopo la sua defunzionalizzazione (avvenuta, presumibilmente, nel corso del VI secolo): una storia di profonde trasformazioni – di paesaggi e di destinazioni d’uso – che si è conclusa soltanto nel 1960, con l’abbattimento del muro che recingeva la Braida Murada. Si tratta di contesti indagati ancora su aree piuttosto ridotte rispetto ai 2,5 ettari occupati dalle Grandi Terme, ma che ci permettono già di leggere alcune ‘storie’ del modo di abitare in questo settore di Aquileia durante l’età medioevale: 1) fra VI e VII secolo, piccoli nuclei familiari abitarono i ruderi dell’impianto termale, adeguandoli alle loro esigenze con l’aggiunta di strutture più precarie e seppellendo i loro morti all’esterno dei muri antichi; 2) dopo i primi crolli le terme furono definitivamente abbandonate per molti secoli e, fra XIII e XIV secolo, cominciò la loro spoliazione sistematica, seguita dalla costruzione di strutture abitative e di ambienti di servizio con materiali di reimpiego, dalla bonifica e dal livellamento del terreno e dalla trasformazione in paesaggio rurale di quello che era stato uno dei più imponenti complessi monumentali dell’Aquileia costantiniana. The Great Baths were a large and sumptuous public building of late Roman Aquileia, but today their ruins are completely concealed below cultivated fields. New stratigraphic excavations carried out by the University of Udine are revealing the long history of the site and its profound transformations, which testify new ways of dwelling in this area, today called ‘Braida Murada’, i.e. ‘enclosed field’. Around the 6th century the Roman Baths lost their thermal functions: some rooms were occupied by small families, who built poor wooden huts and buried their dead outside the ancient walls. Between the 13rd and the 14th centuries, after a long period of neglect, during which the Baths became a quarry for building materials, the ruins were systematically spoiled, and the area became an expanse of cultivated land with a few houses and cottages, as may be also observed on some drawings of Aquileia made during the 17th and 18th centuries.

Dalle ‘Grandi Terme’ alla ‘Braida Murada’: storie di una trasformazione

RUBINICH, Marina
2012-01-01

Abstract

Le c.d. ‘Grandi Terme’, situate nella zona sud-occidentale della città, sono – è ormai noto – uno dei più vasti edifici pubblici dell’Aquileia tardo-antica. Come molti altri monumenti dell’importante centro romano, hanno subito profonde trasformazioni nel corso del Medioevo, che le hanno private completamente dei loro elevati, rendendo oggi difficile ricostruirne il lusso originario, testimoniato quasi esclusivamente dai raffinati pavimenti musivi. Le ricerche archeologiche condotte dall’Università di Udine negli ultimi otto anni hanno rivelato molti elementi per la ricostruzione dell’edificio tardo-antico e delle sue fasi di vita, fra IV e V secolo d.C., ma, soprattutto, stanno mettendo in luce la lunga storia del complesso termale dopo la sua defunzionalizzazione (avvenuta, presumibilmente, nel corso del VI secolo): una storia di profonde trasformazioni – di paesaggi e di destinazioni d’uso – che si è conclusa soltanto nel 1960, con l’abbattimento del muro che recingeva la Braida Murada. Si tratta di contesti indagati ancora su aree piuttosto ridotte rispetto ai 2,5 ettari occupati dalle Grandi Terme, ma che ci permettono già di leggere alcune ‘storie’ del modo di abitare in questo settore di Aquileia durante l’età medioevale: 1) fra VI e VII secolo, piccoli nuclei familiari abitarono i ruderi dell’impianto termale, adeguandoli alle loro esigenze con l’aggiunta di strutture più precarie e seppellendo i loro morti all’esterno dei muri antichi; 2) dopo i primi crolli le terme furono definitivamente abbandonate per molti secoli e, fra XIII e XIV secolo, cominciò la loro spoliazione sistematica, seguita dalla costruzione di strutture abitative e di ambienti di servizio con materiali di reimpiego, dalla bonifica e dal livellamento del terreno e dalla trasformazione in paesaggio rurale di quello che era stato uno dei più imponenti complessi monumentali dell’Aquileia costantiniana. The Great Baths were a large and sumptuous public building of late Roman Aquileia, but today their ruins are completely concealed below cultivated fields. New stratigraphic excavations carried out by the University of Udine are revealing the long history of the site and its profound transformations, which testify new ways of dwelling in this area, today called ‘Braida Murada’, i.e. ‘enclosed field’. Around the 6th century the Roman Baths lost their thermal functions: some rooms were occupied by small families, who built poor wooden huts and buried their dead outside the ancient walls. Between the 13rd and the 14th centuries, after a long period of neglect, during which the Baths became a quarry for building materials, the ruins were systematically spoiled, and the area became an expanse of cultivated land with a few houses and cottages, as may be also observed on some drawings of Aquileia made during the 17th and 18th centuries.
2012
9788897385196
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