Il saggio, redatto in occasione di una giornata di studio organizzata dalla Società Filologica Friulana, analizza la fortuna della decorazione a grottesche in Friuli e nel Sanvitese nel Cinquecento. I principali artisti coinvolti in questo tipo di attività risultano essere Giovanni da Udine, il Pordenone e Pomponio Amalteo, già ampiamente indagati dalla sottoscritta in precedenti occasioni, ma con lo sguardo rivolto ad altri aspetti e problemi della loro attività. Apparentemente marginale, la decorazione a grottesche, utilizzata non solo in contesti profani ma molto spesso anche in ambito religioso, è particolarmente interessante sia per le sue implicazioni di carattere simbolico, sia per quanto può rivelarci in merito alla cultura, non soltanto visiva, degli artisti considerati. Per quanto riguarda il Pordenone, oltre alle “grottesche” friulane, ci si sofferma sui frammenti emersi in tempi relativamente recenti sulla controfacciata del duomo di Cremona (1520-1521) e sul fregio del Castello di Alviano in Umbria, di datazione ancora problematica. In merito all’Amalteo, si pone in evidenza la particolarità del soffitto della chiesa di San Giovanni Battista a Gemona (1533), caratterizzato da figure e profeti con cartigli contenenti, anziché riferimenti a testi sacri, versi amorosi e scritte burlesche. Infine, per quanto riguarda Giovanni da Udine, famoso per la sua collaborazione con Raffaello nella decorazione delle Logge vaticane, si pone in dubbio la paternità degli affreschi nella cosiddetta Sala azzurra del palazzo arcivescovile di Udine, per i quali la critica ha fatto da sempre il suo nome.
La fortuna della decorazione a grottesche in Friuli e nel Sanvitese nel Cinquecento
FURLAN, Caterina
2010-01-01
Abstract
Il saggio, redatto in occasione di una giornata di studio organizzata dalla Società Filologica Friulana, analizza la fortuna della decorazione a grottesche in Friuli e nel Sanvitese nel Cinquecento. I principali artisti coinvolti in questo tipo di attività risultano essere Giovanni da Udine, il Pordenone e Pomponio Amalteo, già ampiamente indagati dalla sottoscritta in precedenti occasioni, ma con lo sguardo rivolto ad altri aspetti e problemi della loro attività. Apparentemente marginale, la decorazione a grottesche, utilizzata non solo in contesti profani ma molto spesso anche in ambito religioso, è particolarmente interessante sia per le sue implicazioni di carattere simbolico, sia per quanto può rivelarci in merito alla cultura, non soltanto visiva, degli artisti considerati. Per quanto riguarda il Pordenone, oltre alle “grottesche” friulane, ci si sofferma sui frammenti emersi in tempi relativamente recenti sulla controfacciata del duomo di Cremona (1520-1521) e sul fregio del Castello di Alviano in Umbria, di datazione ancora problematica. In merito all’Amalteo, si pone in evidenza la particolarità del soffitto della chiesa di San Giovanni Battista a Gemona (1533), caratterizzato da figure e profeti con cartigli contenenti, anziché riferimenti a testi sacri, versi amorosi e scritte burlesche. Infine, per quanto riguarda Giovanni da Udine, famoso per la sua collaborazione con Raffaello nella decorazione delle Logge vaticane, si pone in dubbio la paternità degli affreschi nella cosiddetta Sala azzurra del palazzo arcivescovile di Udine, per i quali la critica ha fatto da sempre il suo nome.File | Dimensione | Formato | |
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