«Non esiste un genere ‘musica da film’» ha affermato Nicola Piovani nel corso di un’intervista. Ogni pellicola, infatti, richiede una specifica componente sonora che rende impossibile definire cosa sia ‘la’ musica cinematografica, nei cui confronti la stessa idea di stile risulta essere incompatibile, come Eisler e Adorno già avevano affermato nel loro celebre testo. La musica per film si presenta, pertanto, come un unico ‘contenitore’ al cui interno possono essere fatti confluire i più disparati generi, permettendo di rielaborare e ridefinire le stesse forme che hanno attraversato la storia della musica. Il tutto a creare un caleidoscopio di situazioni in cui il sinfonismo di stampo ottocentesco tende la mano a momenti che ripropongono le atmosfere della musica da camera del ventesimo secolo, in cui la musica elettronica si alterna a pagine del repertorio classico, in un gioco spesso fatto di rimandi, citazioni e parodie. La vocazione parassitaria della musica per le immagini in movimento testimonia, così, in maniera forse atipica il lascito di situazioni musicali che poi ripropone in un altro contesto. È difficile, allora, cercare di tracciare una presunta identità della musica per film che, per sua vocazione, rimarrà sempre un linguaggio transeunte se non effimero.
La difficile ‘identità’ della musica da film
CALABRETTO, Roberto
2006-01-01
Abstract
«Non esiste un genere ‘musica da film’» ha affermato Nicola Piovani nel corso di un’intervista. Ogni pellicola, infatti, richiede una specifica componente sonora che rende impossibile definire cosa sia ‘la’ musica cinematografica, nei cui confronti la stessa idea di stile risulta essere incompatibile, come Eisler e Adorno già avevano affermato nel loro celebre testo. La musica per film si presenta, pertanto, come un unico ‘contenitore’ al cui interno possono essere fatti confluire i più disparati generi, permettendo di rielaborare e ridefinire le stesse forme che hanno attraversato la storia della musica. Il tutto a creare un caleidoscopio di situazioni in cui il sinfonismo di stampo ottocentesco tende la mano a momenti che ripropongono le atmosfere della musica da camera del ventesimo secolo, in cui la musica elettronica si alterna a pagine del repertorio classico, in un gioco spesso fatto di rimandi, citazioni e parodie. La vocazione parassitaria della musica per le immagini in movimento testimonia, così, in maniera forse atipica il lascito di situazioni musicali che poi ripropone in un altro contesto. È difficile, allora, cercare di tracciare una presunta identità della musica per film che, per sua vocazione, rimarrà sempre un linguaggio transeunte se non effimero.File | Dimensione | Formato | |
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