Il saggio muove dalla constatazione che, nell'ambito della comunicazione pubblica, risultano sempre più frequenti e pervasive le forme di contatto tra il discorso della pubblicità e quello della politica, a livello sia verbale sia non verbale. I due universi di discorso in esame sono accomunati non solo dall'evidente ricorso a strategie di carattere persuasivo, ma anche dall'imprescindibile, fortissimo ancoraggio al contesto socio-culturale ed ideologico in cui si situano: sono perciò un ambito privilegiato per un'indagine volta ad indagare il nesso lingua-cultura e, in particolare, le modalità d'uso delle forme espressive in quanto costruttrici e legittimatrici di precisi rapporti di solidarietà e dominanza, finalizzati in questo caso alla "vendita" di valori e programmi. L’analisi qui proposta sviluppa uno dei temi emersi dalle ricerche su un corpus di party political broadcasts e party election braodcasts condotte dalla scrivente, a partire dal 2001, nell’alveo della grammatica sistemico-funzionale di matrice hallidayana e delle sue applicazioni all’analisi dei testi multimodali, ossia il ricorso a strategie verbali e non-verbali finalizzate alla delegittimazione dell’avversario, molto spesso basata su emozioni primarie (quali la paura) o sullo humour. Il contributo intende tuttavia superare le tradizionali classificazioni dei party political broadcasts e party election broadcasts proposte in ambito politologico, massmediologico e sociologico, offrendo una tassonomia alternativa incentrata sulla correlazione tra contesto e testo, sulla definizione del potenziale strutturale del genere in esame (Generic Structure Potential, Hasan 1989) e sull’individuazione di particolari costrutti culturali che regolano la rappresentazione linguistica dell’evento “General Election” in quanto fenomeno socio-comunicativo fortemente istituzionalizzato. Tali costrutti culturali si ‘riflettono’, in particolare, nella testualizzazione di particolari miti politici (ad esempio l’elezione come “celebrazione/ mantenimento della stabilità”, l’elezione come “viaggio/rito di passaggio”, l’elezione come “guerra/lotta a un nemico comune”; il leader/eroe politico come “salvatore”, “entità profetica”, “agente ben informato” ecc.) che si correlano, di volta in volta, con diversi tipi di frames e scripts e diversi tipi di potere (“potere della visione”, intesa in senso politologico, “potere della conoscenza”, ecc.) e si traducono, a livello verbale e non verbale, in strutture discorsive ricorrenti. L’analisi mira ad esplorare gli elementi della grammatica multimodale e i concetti di phase e transition (Gregory 1995,2002; Thibault 2000; Baldry 2004) al fine di individuare alcune correlazioni tra il potenziale strutturale e le modalità semiotiche attraverso cui le unità-chiave tendono a manifestarsi. Allo stesso tempo, il saggio individua alcune aree di ibridizzazione dei sottogeneri chiamati in causa ed esplora la commistione fra “information” e “entertainment” come locus privilegiato della manipolazione ideologica.

Promoting One's Party as 'the Solution': Prospective and Retrospective Fears in Two Labour Party Political Broadcasts

VASTA, Nicoletta
2006-01-01

Abstract

Il saggio muove dalla constatazione che, nell'ambito della comunicazione pubblica, risultano sempre più frequenti e pervasive le forme di contatto tra il discorso della pubblicità e quello della politica, a livello sia verbale sia non verbale. I due universi di discorso in esame sono accomunati non solo dall'evidente ricorso a strategie di carattere persuasivo, ma anche dall'imprescindibile, fortissimo ancoraggio al contesto socio-culturale ed ideologico in cui si situano: sono perciò un ambito privilegiato per un'indagine volta ad indagare il nesso lingua-cultura e, in particolare, le modalità d'uso delle forme espressive in quanto costruttrici e legittimatrici di precisi rapporti di solidarietà e dominanza, finalizzati in questo caso alla "vendita" di valori e programmi. L’analisi qui proposta sviluppa uno dei temi emersi dalle ricerche su un corpus di party political broadcasts e party election braodcasts condotte dalla scrivente, a partire dal 2001, nell’alveo della grammatica sistemico-funzionale di matrice hallidayana e delle sue applicazioni all’analisi dei testi multimodali, ossia il ricorso a strategie verbali e non-verbali finalizzate alla delegittimazione dell’avversario, molto spesso basata su emozioni primarie (quali la paura) o sullo humour. Il contributo intende tuttavia superare le tradizionali classificazioni dei party political broadcasts e party election broadcasts proposte in ambito politologico, massmediologico e sociologico, offrendo una tassonomia alternativa incentrata sulla correlazione tra contesto e testo, sulla definizione del potenziale strutturale del genere in esame (Generic Structure Potential, Hasan 1989) e sull’individuazione di particolari costrutti culturali che regolano la rappresentazione linguistica dell’evento “General Election” in quanto fenomeno socio-comunicativo fortemente istituzionalizzato. Tali costrutti culturali si ‘riflettono’, in particolare, nella testualizzazione di particolari miti politici (ad esempio l’elezione come “celebrazione/ mantenimento della stabilità”, l’elezione come “viaggio/rito di passaggio”, l’elezione come “guerra/lotta a un nemico comune”; il leader/eroe politico come “salvatore”, “entità profetica”, “agente ben informato” ecc.) che si correlano, di volta in volta, con diversi tipi di frames e scripts e diversi tipi di potere (“potere della visione”, intesa in senso politologico, “potere della conoscenza”, ecc.) e si traducono, a livello verbale e non verbale, in strutture discorsive ricorrenti. L’analisi mira ad esplorare gli elementi della grammatica multimodale e i concetti di phase e transition (Gregory 1995,2002; Thibault 2000; Baldry 2004) al fine di individuare alcune correlazioni tra il potenziale strutturale e le modalità semiotiche attraverso cui le unità-chiave tendono a manifestarsi. Allo stesso tempo, il saggio individua alcune aree di ibridizzazione dei sottogeneri chiamati in causa ed esplora la commistione fra “information” e “entertainment” come locus privilegiato della manipolazione ideologica.
2006
8855528882
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