In questi ultimi anni si sono ormai consolidati nell’attività di programmazione e gestione delle aree protette e più in generale nella progettazione di politiche di sviluppo locale e nella relativa governance, dei processi di partecipazione e di condivisione con le popolazioni locali delle fasi di progettazione che decisionali. I riferimenti metodologici affondano le radici nei processi di Agenda 21 e nel più ampio filone rappresentato dallo sviluppo sostenibile in una prospettiva bottom/up. In particolare la riflessione proposta riguarda i punti di forza e di debolezza dei processi partecipativi proposti in aree montane caratterizzate da una situazione socio economica marginale e di debolezza demografica a fronte invece di una presenza di elevate risorse naturalistiche ed ambientali tali da attivare politiche di tutela e salvaguardia. L’analisi riguarda alcune esperienze condotte nell’area montana del Friuli Venezia Giulia indirizzate sia alla realizzazione di piani di gestione in parchi e riserve naturali e aree protette, che, in ambito più generale, a quella di piani di sviluppo locale del territorio. In questo contesto vengono presentati ed analizzati i casi dell’istituzione di una riserva naturale regionale in area montana -la Riserva della Val Alba, in comune di Moggio Udinese-, e del Piano di conservazione e sviluppo del Parco naturale delle Prealpi Giulie che comprende le aree alpine e prealpine al confine con la Slovenia interessate dal progetto transfrontaliero Palpis, del quale si è trattato nel contributo precedente. Inoltre sono brevemente analizzati alcuni esempi di progetti nell’ambito delle politiche di sviluppo della montagna sostenuti con fondi strutturali europei. Il contributo mette in evidenza da un lato gli strumenti utilizzati nei percorsi partecipativi svolti con i relativi aspetti positivi e negativi e le difficoltà incontrate e dall’altro si sofferma sul valore della partecipazione e della condivisione della popolazione alle scelte di sviluppo e di gestione del proprio territorio. La valenza di questi processi di partecipazione può essere messa in crisi quando questi assumo un livello troppo formalizzato e diventano a tutti gli effetti dei nuovi “riti” di una democrazia partecipativa. Le comunità alpine proprio per la loro complessità e per il ruolo che rivestono nelle scelte e nella gestione dei percorsi di sviluppo locale devono fare proprie tali procedure recuperando le tradizionali forme di partecipazione collettiva e condivisa nella gestione delle proprie comunità e dei territori di riferimento.

Percorsi partecipativi in aree alpine

PASCOLINI, Mauro
2008-01-01

Abstract

In questi ultimi anni si sono ormai consolidati nell’attività di programmazione e gestione delle aree protette e più in generale nella progettazione di politiche di sviluppo locale e nella relativa governance, dei processi di partecipazione e di condivisione con le popolazioni locali delle fasi di progettazione che decisionali. I riferimenti metodologici affondano le radici nei processi di Agenda 21 e nel più ampio filone rappresentato dallo sviluppo sostenibile in una prospettiva bottom/up. In particolare la riflessione proposta riguarda i punti di forza e di debolezza dei processi partecipativi proposti in aree montane caratterizzate da una situazione socio economica marginale e di debolezza demografica a fronte invece di una presenza di elevate risorse naturalistiche ed ambientali tali da attivare politiche di tutela e salvaguardia. L’analisi riguarda alcune esperienze condotte nell’area montana del Friuli Venezia Giulia indirizzate sia alla realizzazione di piani di gestione in parchi e riserve naturali e aree protette, che, in ambito più generale, a quella di piani di sviluppo locale del territorio. In questo contesto vengono presentati ed analizzati i casi dell’istituzione di una riserva naturale regionale in area montana -la Riserva della Val Alba, in comune di Moggio Udinese-, e del Piano di conservazione e sviluppo del Parco naturale delle Prealpi Giulie che comprende le aree alpine e prealpine al confine con la Slovenia interessate dal progetto transfrontaliero Palpis, del quale si è trattato nel contributo precedente. Inoltre sono brevemente analizzati alcuni esempi di progetti nell’ambito delle politiche di sviluppo della montagna sostenuti con fondi strutturali europei. Il contributo mette in evidenza da un lato gli strumenti utilizzati nei percorsi partecipativi svolti con i relativi aspetti positivi e negativi e le difficoltà incontrate e dall’altro si sofferma sul valore della partecipazione e della condivisione della popolazione alle scelte di sviluppo e di gestione del proprio territorio. La valenza di questi processi di partecipazione può essere messa in crisi quando questi assumo un livello troppo formalizzato e diventano a tutti gli effetti dei nuovi “riti” di una democrazia partecipativa. Le comunità alpine proprio per la loro complessità e per il ruolo che rivestono nelle scelte e nella gestione dei percorsi di sviluppo locale devono fare proprie tali procedure recuperando le tradizionali forme di partecipazione collettiva e condivisa nella gestione delle proprie comunità e dei territori di riferimento.
2008
9788884204615
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