Tema del contributo è la presenza di Guido Cagnacci nel collezionismo veneziano tra Sei e Settecento, affrontato secondo un impianto diacronico a partire dal soggiorno compiuto dal pittore romagnolo a Venezia tra 1649 e 1658, riletto e ricostruito secondo un’ottica aggiornata con l’obiettivo di inquadrare le modalità con cui l’artista si inserì nell’ambiente lagunare, sia in termini di rapporti con la rigida corporazione locale dei pittori, sia di relazioni con la committenza, veneziana e forestiera, quest’ultima, nella figura del forlivese Girolamo Moratini, forse responsabile del suo trasferimento nella Serenissima. Le novità emerse dalle ricerche condotte sul collezionismo e il mercato del Seicento hanno permesso di riconsiderare, nella prima parte del saggio, l’attività svolta da Cagnacci a Venezia, che risulta piuttosto circoscritta se messa a confronto con il successo ottenuto in città da altri foresti, in particolare Guido Reni e Guercino ma inserita in un circolo di committenti e collezionisti sensibili nei confronti di linguaggi figurativi extralagunari. Una serie di inediti elementi riguardano la frequente confusione nelle fonti inventariali tra Cagnacci e Girolamo Forabosco, che è stato possibile puntualizzare alla luce delle opere esistenti. La seconda sezione del contributo affronta invece la fortuna di Cagnacci a distanza di decenni dalla sua presenza nella città lagunare, apportando diverse precisazioni sia in merito alla ricezione da parte della storiografia locale sia in merito a copie e interventi di restauro.
Cagnacci e il collezionismo a Venezia tra Sei e Settecento
BOREAN, Linda
2008-01-01
Abstract
Tema del contributo è la presenza di Guido Cagnacci nel collezionismo veneziano tra Sei e Settecento, affrontato secondo un impianto diacronico a partire dal soggiorno compiuto dal pittore romagnolo a Venezia tra 1649 e 1658, riletto e ricostruito secondo un’ottica aggiornata con l’obiettivo di inquadrare le modalità con cui l’artista si inserì nell’ambiente lagunare, sia in termini di rapporti con la rigida corporazione locale dei pittori, sia di relazioni con la committenza, veneziana e forestiera, quest’ultima, nella figura del forlivese Girolamo Moratini, forse responsabile del suo trasferimento nella Serenissima. Le novità emerse dalle ricerche condotte sul collezionismo e il mercato del Seicento hanno permesso di riconsiderare, nella prima parte del saggio, l’attività svolta da Cagnacci a Venezia, che risulta piuttosto circoscritta se messa a confronto con il successo ottenuto in città da altri foresti, in particolare Guido Reni e Guercino ma inserita in un circolo di committenti e collezionisti sensibili nei confronti di linguaggi figurativi extralagunari. Una serie di inediti elementi riguardano la frequente confusione nelle fonti inventariali tra Cagnacci e Girolamo Forabosco, che è stato possibile puntualizzare alla luce delle opere esistenti. La seconda sezione del contributo affronta invece la fortuna di Cagnacci a distanza di decenni dalla sua presenza nella città lagunare, apportando diverse precisazioni sia in merito alla ricezione da parte della storiografia locale sia in merito a copie e interventi di restauro.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
CAGNACCI.pdf
non disponibili
Tipologia:
Versione Editoriale (PDF)
Licenza:
Non pubblico
Dimensione
284.19 kB
Formato
Adobe PDF
|
284.19 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Richiedi una copia |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.