La fine di una relazione che ha visto il formarsi di una famiglia, sia essa coniugale o di fatto, non sempre provoca lo stesso tipo di reazione nelle donne che hanno vissuto questa esperienza. Le ragioni di tali differenze vanno ricercate in un insieme di fattori che hanno portato alla conclusione della prima unione, primo fra tutti la natura della cessazione, che può avvenire per separazione o per morte del coniuge. Si tratta infatti di circostanze ben distinte, che lasciano nelle donne segni di sofferenza non sempre comparabili e quindi reazioni comportamentali diverse. Il vissuto interiore della separazione porta quindi la donna a scegliere di continuare in modo diverso il proprio percorso di vita, anche in considerazione di altri elementi di natura personale, quali l’età, il numero di figli avuti o desiderati, le condizioni socio-economiche. Si è provato allora ad esplorare il “mondo” delle donne friulane della provincia di Udine che sono rimaste sole, per cercare di capire chi sono, come reagiscono alla solitudine, se sono predisposte a riformare una famiglia e magari ad avere nuovi figli, se sono economicamente autonome e se il loro comportamento può essere in qualche misura messo in relazione con le loro origini culturali o con la loro religiosità. Si può concludere che le donne che hanno vissuto un’esperienza di interruzione della prima relazione coniugale stabile a causa di una separazione o per la morte del coniuge, fanno emergere due profili comportamentali, a seconda che le donne siano friulane (quelle che sono nate e tutt’ora risiedono nella provincia di Udine) o provengano da altre province italiane o siano straniere. I comportamenti osservati non presentano caratteristiche radicalmente distanti, tuttavia si possono intravvedere dei caratteri distintivi che pongono le donne friulane in una posizione particolare con riferimento ai temi trattati: tra le donne friulane si registra il più basso tasso di separazioni; sono quelle che tendono proporzionalmente di più a restare da sole dopo la separazione o la morte del coniuge, hanno in media meno figli a testa (1,85) delle altre donne e la fecondità successiva all’evento ha interessato circa un quinto delle friulane rimaste sole, il motivo principale per cui non hanno avuto più figli va ricercato nella fragilità della coppia e quindi nell’opportunità di non rischiare di mettere al mondo un figlio in una situazione precaria, infine tra le donne friulane si registra una religiosità più intensa che però non sembra influire in misura significativa sulle scelte di vita personale e relazionale.

Rifarsi una nuova vita quando si resta sole

BATIC, Nidia
2004-01-01

Abstract

La fine di una relazione che ha visto il formarsi di una famiglia, sia essa coniugale o di fatto, non sempre provoca lo stesso tipo di reazione nelle donne che hanno vissuto questa esperienza. Le ragioni di tali differenze vanno ricercate in un insieme di fattori che hanno portato alla conclusione della prima unione, primo fra tutti la natura della cessazione, che può avvenire per separazione o per morte del coniuge. Si tratta infatti di circostanze ben distinte, che lasciano nelle donne segni di sofferenza non sempre comparabili e quindi reazioni comportamentali diverse. Il vissuto interiore della separazione porta quindi la donna a scegliere di continuare in modo diverso il proprio percorso di vita, anche in considerazione di altri elementi di natura personale, quali l’età, il numero di figli avuti o desiderati, le condizioni socio-economiche. Si è provato allora ad esplorare il “mondo” delle donne friulane della provincia di Udine che sono rimaste sole, per cercare di capire chi sono, come reagiscono alla solitudine, se sono predisposte a riformare una famiglia e magari ad avere nuovi figli, se sono economicamente autonome e se il loro comportamento può essere in qualche misura messo in relazione con le loro origini culturali o con la loro religiosità. Si può concludere che le donne che hanno vissuto un’esperienza di interruzione della prima relazione coniugale stabile a causa di una separazione o per la morte del coniuge, fanno emergere due profili comportamentali, a seconda che le donne siano friulane (quelle che sono nate e tutt’ora risiedono nella provincia di Udine) o provengano da altre province italiane o siano straniere. I comportamenti osservati non presentano caratteristiche radicalmente distanti, tuttavia si possono intravvedere dei caratteri distintivi che pongono le donne friulane in una posizione particolare con riferimento ai temi trattati: tra le donne friulane si registra il più basso tasso di separazioni; sono quelle che tendono proporzionalmente di più a restare da sole dopo la separazione o la morte del coniuge, hanno in media meno figli a testa (1,85) delle altre donne e la fecondità successiva all’evento ha interessato circa un quinto delle friulane rimaste sole, il motivo principale per cui non hanno avuto più figli va ricercato nella fragilità della coppia e quindi nell’opportunità di non rischiare di mettere al mondo un figlio in una situazione precaria, infine tra le donne friulane si registra una religiosità più intensa che però non sembra influire in misura significativa sulle scelte di vita personale e relazionale.
2004
9788884202345
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/857464
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact