L’ambiente resiano, in generale, è densamente popolato di elementi riconducibili a concezioni mitiche. Non potendo in questo contributo annoverare né esplorare tutte le testimonianze in questo senso, si è tentato di analizzare alcuni elementi del complesso simbolico relativo alla montagna individuato presso la comunità resiana. È interessante osservare che il materiale disponibile si distingue per ricchezza e specificità rispetto alle aree circostanti. Il dato supposto inizialmente, ovvero che la comunità resiana tenderebbe a utilizzare il Canin come simbolo primario, tanto che con esso si identifica e si sente ‘protetta sotto la sua ombra’, non soltanto andrebbe confermato, ma denota un forte tratto di radicamento e soprattutto di unità. Allo stesso tempo tuttavia riflette percezioni relative all’alterità, in particolare nei confronti del mondo esterno che si rivela essere fondamentalmente il mondo friulano. Si può inoltre supporre che questo fattore di coesione, di cui il monte Canin è espressione, sia funzionale anche alla relativa frammentazione interna che, sul piano delle varianti linguistiche ad esempio, si dimostra ancora rilevante. L’elaborazione di una simile costruzione simbolica andrebbe tuttavia paragonata alla relazione sviluppata dalla comunità di lingua slovena delle valli del Natisone con il monte Matajur che, come il Canin, è situato proprio sul confine con la Slovenia; non va dimenticato infine che gli sloveni hanno eletto proprio la montagna più alta, il Triglav (2864 m), a principale simbolo nazionale.

Il monte Canin: dall'oronimo al simbolo

DAPIT, Roberto
2010-01-01

Abstract

L’ambiente resiano, in generale, è densamente popolato di elementi riconducibili a concezioni mitiche. Non potendo in questo contributo annoverare né esplorare tutte le testimonianze in questo senso, si è tentato di analizzare alcuni elementi del complesso simbolico relativo alla montagna individuato presso la comunità resiana. È interessante osservare che il materiale disponibile si distingue per ricchezza e specificità rispetto alle aree circostanti. Il dato supposto inizialmente, ovvero che la comunità resiana tenderebbe a utilizzare il Canin come simbolo primario, tanto che con esso si identifica e si sente ‘protetta sotto la sua ombra’, non soltanto andrebbe confermato, ma denota un forte tratto di radicamento e soprattutto di unità. Allo stesso tempo tuttavia riflette percezioni relative all’alterità, in particolare nei confronti del mondo esterno che si rivela essere fondamentalmente il mondo friulano. Si può inoltre supporre che questo fattore di coesione, di cui il monte Canin è espressione, sia funzionale anche alla relativa frammentazione interna che, sul piano delle varianti linguistiche ad esempio, si dimostra ancora rilevante. L’elaborazione di una simile costruzione simbolica andrebbe tuttavia paragonata alla relazione sviluppata dalla comunità di lingua slovena delle valli del Natisone con il monte Matajur che, come il Canin, è situato proprio sul confine con la Slovenia; non va dimenticato infine che gli sloveni hanno eletto proprio la montagna più alta, il Triglav (2864 m), a principale simbolo nazionale.
2010
9788876361326
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