Angioplastica degli arti inferiori in diabetici e non diabetici con arteriopatia obliterante degli arti inferiori: dati di follow-up a 5 anni Da Porto A, Basile D, Kleiner A., Fabbro E., Pavan V., Gasparini D*, Sechi L.A., Cavarape A. Clinica Medica, *SOC Radiologia e Radiodiagnostica Azienda Ospedaliero-Universitaria “S. Maria della Misericordia” di Udine Obiettivo: Scopo del nostro studio è quello di valutare la prevalenza dei fattori di rischio, delle comorbidità e degli outcomes clinici a 5 anni in una popolazione selezionata di pazienti con arteriopatia obliterante degli arti inferiori sintomatica, diabetici e non diabetici, sottoposti a rivascolarizzazione percutanea degli arti inferiori. Materiali e metodi: Nel nostro studio sono stati inclusi 57 pazienti con diagnosi clinica e strumentale di arteriopatia obliterante degli arti inferiori sintomatica, sottoposti a procedura di rivascolarizzazione endovascolare (2001-2002). I pazienti sono stati sottoposti a valutazione clinica, a determinazione di parametri bioumorali di rischio cardiovascolare e ad accertamenti strumentali preliminari (EcoDoppler, Angio TC, Angio RMN) per l’indicazione all’intervento. Tutti i pazienti sono stati rivalutati clinicamente e con esame ultrasonografico a 1 , 3 e 5 anni dalla procedura. Risultati: Tra i principali fattori di rischio, particolare rilievo riveste l’ipertensione (87,7%), la storia di tabagismo (73,6%), il diabete mellito (47,4%) e la dislipidemia (56,1%). Dei pazienti selezionati il 42,1% era affetto da cardiopatia ischemica, il 28,2% era affetto da concomitante arteriopatia carotidea ed il 12,8 % da IRC. Entro 5 anni dalla rivascolarizzazione per il 26% dei soggetti è stato necessario un secondo intervento sull’arto precedentemente trattato e per il 12 % sull’arto controlaterale. Il 33% dei pazienti si è mantenuto asintomatico per claudicatio. Nell’arco dei 5 anni di follow-up il 36,8 % dei soggetti rivascolarizzati è stato colpito da eventi cardiovascolari maggiori (IMA e ictus ischemico). La mortalità globale per cause cardiovascolari nei 5 anni di follow up è risultata essere del 24,6 %, mentre quella per cause non vascolari del 12,4%. A 5 anni, nel gruppo dei diabetici (n=29) la mortalità cardiovascolare è risultata essere significativamente più elevata (31%) rispetto ai non diabetici (17,8%, p<0.001) Anche l’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori è risultata essere significativamente superiore nei diabetici rispetto ai non diabetici (51,7% vs 20,7%, p<0.001). Conclusioni: Nella popolazione oggetto dello studio i dati di follow-up dimostrano come la sola rivascolarizzazione endoluminale sia stata in grado di indurre remissione completa della sintomatologia a 5 anni in una quota limitata di pazienti, e che nel 30% circa dei pazienti si è reso necessario un secondo intervento di rivascolarizzazione entro 5 anni. I pazienti diabetici ed i pazienti con localizzazioni aterosclerotiche multidistrettuali sono risultate essere la classi su cui grava il maggior rischio di mortalità e di incidenza di eventi cardiovascolari maggiori. Nell'approccio terapeutico del paziente con arteriopatia periferica sintomatica si rivela imprescindibile la valutazione delle condizioni anatomofunzionali del circolo coronarico e carotideo e il trattamento aggressivo dei fattori di rischio cardiovascolare.

Angioplastica degli arti inferiori in diabetici e non diabetici con arteriopatia obliterante degli arti inferiori: dati di follow-up a 5 anni .

DA PORTO A.;SECHI, Leonardo Alberto;CAVARAPE, Alessandro
2009-01-01

Abstract

Angioplastica degli arti inferiori in diabetici e non diabetici con arteriopatia obliterante degli arti inferiori: dati di follow-up a 5 anni Da Porto A, Basile D, Kleiner A., Fabbro E., Pavan V., Gasparini D*, Sechi L.A., Cavarape A. Clinica Medica, *SOC Radiologia e Radiodiagnostica Azienda Ospedaliero-Universitaria “S. Maria della Misericordia” di Udine Obiettivo: Scopo del nostro studio è quello di valutare la prevalenza dei fattori di rischio, delle comorbidità e degli outcomes clinici a 5 anni in una popolazione selezionata di pazienti con arteriopatia obliterante degli arti inferiori sintomatica, diabetici e non diabetici, sottoposti a rivascolarizzazione percutanea degli arti inferiori. Materiali e metodi: Nel nostro studio sono stati inclusi 57 pazienti con diagnosi clinica e strumentale di arteriopatia obliterante degli arti inferiori sintomatica, sottoposti a procedura di rivascolarizzazione endovascolare (2001-2002). I pazienti sono stati sottoposti a valutazione clinica, a determinazione di parametri bioumorali di rischio cardiovascolare e ad accertamenti strumentali preliminari (EcoDoppler, Angio TC, Angio RMN) per l’indicazione all’intervento. Tutti i pazienti sono stati rivalutati clinicamente e con esame ultrasonografico a 1 , 3 e 5 anni dalla procedura. Risultati: Tra i principali fattori di rischio, particolare rilievo riveste l’ipertensione (87,7%), la storia di tabagismo (73,6%), il diabete mellito (47,4%) e la dislipidemia (56,1%). Dei pazienti selezionati il 42,1% era affetto da cardiopatia ischemica, il 28,2% era affetto da concomitante arteriopatia carotidea ed il 12,8 % da IRC. Entro 5 anni dalla rivascolarizzazione per il 26% dei soggetti è stato necessario un secondo intervento sull’arto precedentemente trattato e per il 12 % sull’arto controlaterale. Il 33% dei pazienti si è mantenuto asintomatico per claudicatio. Nell’arco dei 5 anni di follow-up il 36,8 % dei soggetti rivascolarizzati è stato colpito da eventi cardiovascolari maggiori (IMA e ictus ischemico). La mortalità globale per cause cardiovascolari nei 5 anni di follow up è risultata essere del 24,6 %, mentre quella per cause non vascolari del 12,4%. A 5 anni, nel gruppo dei diabetici (n=29) la mortalità cardiovascolare è risultata essere significativamente più elevata (31%) rispetto ai non diabetici (17,8%, p<0.001) Anche l’incidenza di eventi cardiovascolari maggiori è risultata essere significativamente superiore nei diabetici rispetto ai non diabetici (51,7% vs 20,7%, p<0.001). Conclusioni: Nella popolazione oggetto dello studio i dati di follow-up dimostrano come la sola rivascolarizzazione endoluminale sia stata in grado di indurre remissione completa della sintomatologia a 5 anni in una quota limitata di pazienti, e che nel 30% circa dei pazienti si è reso necessario un secondo intervento di rivascolarizzazione entro 5 anni. I pazienti diabetici ed i pazienti con localizzazioni aterosclerotiche multidistrettuali sono risultate essere la classi su cui grava il maggior rischio di mortalità e di incidenza di eventi cardiovascolari maggiori. Nell'approccio terapeutico del paziente con arteriopatia periferica sintomatica si rivela imprescindibile la valutazione delle condizioni anatomofunzionali del circolo coronarico e carotideo e il trattamento aggressivo dei fattori di rischio cardiovascolare.
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