Sebbene nelle pagine fichtiane il termine “spirito” non ricorra così frequentemente come altri concetti (io, coscienza, assoluto, immagine, fenomeno, per nominarne soltanto alcuni), esso svolge una funzione importante all’interno del pensiero trascendentale della Dottrina della scienza, il progetto filosofico cui Fichte dedicò, come noto, l’intera esistenza. Nell’articolo mostro che con il concetto di spirito, in contrapposizione alla “lettera”, Fichte intende ed esprime ciò che è proprio del pensiero e del punto di vista genuinamente trascendentale-genetico in contrapposizione al pensiero e punto di vista empirico-fattuale. In tal modo, lo “spirito” non è allora soltanto strumento ermeneutico di comprensione del pensiero, in contrapposizione all’interpretazione letterale, ma al tempo stesso presupposto e risultato del dischiudersi del “senso trascendentale” per cui l’io si coglie come libera attività o vita (sia nel senso, espresso dalla prima fase del pensiero fichtiano, dell’io come Tathandlung, attività genetica che pone se stessa; sia nel senso della filosofia posteriore all’800, in cui l’io è inteso come immagine autocosciente dell’assoluto). Nel periodo delle lezioni che tenne all’università di Jena, tra il 1794 e il 1799, Fichte si occupò esplicitamente due volte del concetto di spirito. Una prima volta, nel 1794, nelle Lezioni accademiche sulla differenza dello spirito e della lettera in filosofia, nell’ambito di un ciclo di lezioni rivolto a tutti gli studenti dell’università, intitolato De officiis eruditorum; la seconda volta, nello scritto Sullo spirito e la lettera in filosofia: destinato in un primo tempo alla rivista Die Horen di Friedrich Schiller, questi tuttavia ne rifiutò la pubblicazione per i motivi che in seguito prenderemo in considerazione . Successivamente, in seguito alla celebre Atheismusstreit e alla lettera di Jacobi del 1799, in cui, com’è noto, la filosofia trascendentale veniva accusata di nichilismo , in quanto avrebbe ridotto la realtà alle immagini del soggetto, il concetto di spirito non riceverà più trattazioni specifiche, ma conserverà una funzione sistematica nella rielaborazione e nell’approfondimento cui Fichte sottoporrà il suo pensiero trascendentale.

Il concetto di spirito nella filosofia trascendentale di J.G. Fichte

BERTINETTO, Alessandro Giovanni
2011-01-01

Abstract

Sebbene nelle pagine fichtiane il termine “spirito” non ricorra così frequentemente come altri concetti (io, coscienza, assoluto, immagine, fenomeno, per nominarne soltanto alcuni), esso svolge una funzione importante all’interno del pensiero trascendentale della Dottrina della scienza, il progetto filosofico cui Fichte dedicò, come noto, l’intera esistenza. Nell’articolo mostro che con il concetto di spirito, in contrapposizione alla “lettera”, Fichte intende ed esprime ciò che è proprio del pensiero e del punto di vista genuinamente trascendentale-genetico in contrapposizione al pensiero e punto di vista empirico-fattuale. In tal modo, lo “spirito” non è allora soltanto strumento ermeneutico di comprensione del pensiero, in contrapposizione all’interpretazione letterale, ma al tempo stesso presupposto e risultato del dischiudersi del “senso trascendentale” per cui l’io si coglie come libera attività o vita (sia nel senso, espresso dalla prima fase del pensiero fichtiano, dell’io come Tathandlung, attività genetica che pone se stessa; sia nel senso della filosofia posteriore all’800, in cui l’io è inteso come immagine autocosciente dell’assoluto). Nel periodo delle lezioni che tenne all’università di Jena, tra il 1794 e il 1799, Fichte si occupò esplicitamente due volte del concetto di spirito. Una prima volta, nel 1794, nelle Lezioni accademiche sulla differenza dello spirito e della lettera in filosofia, nell’ambito di un ciclo di lezioni rivolto a tutti gli studenti dell’università, intitolato De officiis eruditorum; la seconda volta, nello scritto Sullo spirito e la lettera in filosofia: destinato in un primo tempo alla rivista Die Horen di Friedrich Schiller, questi tuttavia ne rifiutò la pubblicazione per i motivi che in seguito prenderemo in considerazione . Successivamente, in seguito alla celebre Atheismusstreit e alla lettera di Jacobi del 1799, in cui, com’è noto, la filosofia trascendentale veniva accusata di nichilismo , in quanto avrebbe ridotto la realtà alle immagini del soggetto, il concetto di spirito non riceverà più trattazioni specifiche, ma conserverà una funzione sistematica nella rielaborazione e nell’approfondimento cui Fichte sottoporrà il suo pensiero trascendentale.
2011
9788857507088
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