Lo studio costituisce una riflessione sugli usi che, giorno dopo giorno, facciamo di talune parole e di talune espressioni logore e stereotipate riflesse nei vocabolari italiani e da lì diffuse. Dopo aver illustrato alcune tematiche generali relative al genere femminile e allo stereotipo di genere nella lingua italiana, la ricerca focalizza l’attenzione sugli aspetti di sessismo linguistico che mostrano delle dissimetrie di trattamento dei significati attribuiti agli uomini e alle donne. Osservatorio privilegiato sono i dizionari che, mirando a descrivere l’impiego della lingua, si configurano come strumenti di conoscenza non solo linguistica. L’obiettivo è di passare in rassegna le forme e i contenuti dei lemmi riconducibili alla donna decostruendo l’architettura ordinata propria di un dizionario e seguendo un percorso di parole femminili, focalizzato su una selezione tematica omogenea e su una discrezione più fine dei significati. Scopriremo dunque che ministra, sindaca, ingegnera sono parole come le altre, né belle né brutte: l’unica differenza sta nel fatto che i parlanti non sono sempre abituati a pronunziarle o a scriverle. Solo continuando a discutere e far circolare i nuovi termini, attraverso grammatiche, dizionari, saggi di divulgazione linguistica e i mezzi di informazione, si potrà giungere a un cambiamento nei comportamenti linguistici.

La lingua e il femminile nella lessicografia italiana. Tra rappresentazione stereotipata e (in)visibilità

FUSCO, Fabiana
2012-01-01

Abstract

Lo studio costituisce una riflessione sugli usi che, giorno dopo giorno, facciamo di talune parole e di talune espressioni logore e stereotipate riflesse nei vocabolari italiani e da lì diffuse. Dopo aver illustrato alcune tematiche generali relative al genere femminile e allo stereotipo di genere nella lingua italiana, la ricerca focalizza l’attenzione sugli aspetti di sessismo linguistico che mostrano delle dissimetrie di trattamento dei significati attribuiti agli uomini e alle donne. Osservatorio privilegiato sono i dizionari che, mirando a descrivere l’impiego della lingua, si configurano come strumenti di conoscenza non solo linguistica. L’obiettivo è di passare in rassegna le forme e i contenuti dei lemmi riconducibili alla donna decostruendo l’architettura ordinata propria di un dizionario e seguendo un percorso di parole femminili, focalizzato su una selezione tematica omogenea e su una discrezione più fine dei significati. Scopriremo dunque che ministra, sindaca, ingegnera sono parole come le altre, né belle né brutte: l’unica differenza sta nel fatto che i parlanti non sono sempre abituati a pronunziarle o a scriverle. Solo continuando a discutere e far circolare i nuovi termini, attraverso grammatiche, dizionari, saggi di divulgazione linguistica e i mezzi di informazione, si potrà giungere a un cambiamento nei comportamenti linguistici.
2012
9788862744140
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/870628
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