ROBERTO ALBAREA FIGURE DELLA GOFFAGGINE. EDUCATORI SENZA MAGISTERO COLLANA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE. PISA: ETS, 2008 ABSTRACT Affrontare un’opera di narratori in quanto creatori di figure e personaggi, di situazioni, di drammi, di esistenze, da un punto di vista pedagogico, potrebbe sembrare una forzatura o uno snobismo, più che una necessità tesa ad approfondire e illuminare determinate zone, esteriori ed interiori, della realtà educativa. In questo lavoro di ricerca è emersa così la dimensione della goffaggine (idea corroborata dalla lettura dei Diari di Paul Klee, cui si è avuto modo di riferirsi in una pubblicazione anteriore) come dimensione di ogni essere umano, che si nasconde, si maschera, si rivela, si costruisce, inciampa sempre in qualcosa di inaspettato, che tenta una riorganizzazione continua di se stesso, cercando di essere “sempre a posto”, adeguato alla situazione, ma inevitabilmente si trova “fuori posto”. È come se la vita “prendesse la mano”. Così anche ciascuno di noi scopre il coraggio di accettare che la vita e la formazione interiore “prendano loro la mano”, vadano per la loro strada, trovino una direzione, inciampando goffamente, poco elegantemente ma veritieramente, risuonino in modo più o meno eclatante, come onde messaggere. Non solo un lavoro di cervello dunque, ma una sorta di movimento permanente, interpellante e ineludibile. L’essere umano, d’altra parte, appare ancora lontano, per l’insufficienza delle usuali categorie di pensiero, per la sua stessa natura di essere irripetibile, di fronte ad una trama complessa di esperienza di vita, continuamente cangiante e rivelatrice, aperta e nascosta allo stesso tempo, protesa a sempre più esplicite, ma mai esaustive, affermazioni di libertà e di unicità. Si richiede in definitiva all’educatore un atto d’amore, l’unico capace di far accettare l’alterità attraverso un movimento che è inesauribile virtualità verso un destino da decifrare permanentemente. Si tratta di un dono e di una conquista: avvicinarsi ad alcuni scrittori significa mettere in gioco la stessa vita, tentare di andare al di là delle apparenze, esplorare l’”inattualità” pedagogica dell’essere educatori.
Figure della goffaggine. Educatori senza magistero
ALBAREA, Roberto
2008-01-01
Abstract
ROBERTO ALBAREA FIGURE DELLA GOFFAGGINE. EDUCATORI SENZA MAGISTERO COLLANA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE. PISA: ETS, 2008 ABSTRACT Affrontare un’opera di narratori in quanto creatori di figure e personaggi, di situazioni, di drammi, di esistenze, da un punto di vista pedagogico, potrebbe sembrare una forzatura o uno snobismo, più che una necessità tesa ad approfondire e illuminare determinate zone, esteriori ed interiori, della realtà educativa. In questo lavoro di ricerca è emersa così la dimensione della goffaggine (idea corroborata dalla lettura dei Diari di Paul Klee, cui si è avuto modo di riferirsi in una pubblicazione anteriore) come dimensione di ogni essere umano, che si nasconde, si maschera, si rivela, si costruisce, inciampa sempre in qualcosa di inaspettato, che tenta una riorganizzazione continua di se stesso, cercando di essere “sempre a posto”, adeguato alla situazione, ma inevitabilmente si trova “fuori posto”. È come se la vita “prendesse la mano”. Così anche ciascuno di noi scopre il coraggio di accettare che la vita e la formazione interiore “prendano loro la mano”, vadano per la loro strada, trovino una direzione, inciampando goffamente, poco elegantemente ma veritieramente, risuonino in modo più o meno eclatante, come onde messaggere. Non solo un lavoro di cervello dunque, ma una sorta di movimento permanente, interpellante e ineludibile. L’essere umano, d’altra parte, appare ancora lontano, per l’insufficienza delle usuali categorie di pensiero, per la sua stessa natura di essere irripetibile, di fronte ad una trama complessa di esperienza di vita, continuamente cangiante e rivelatrice, aperta e nascosta allo stesso tempo, protesa a sempre più esplicite, ma mai esaustive, affermazioni di libertà e di unicità. Si richiede in definitiva all’educatore un atto d’amore, l’unico capace di far accettare l’alterità attraverso un movimento che è inesauribile virtualità verso un destino da decifrare permanentemente. Si tratta di un dono e di una conquista: avvicinarsi ad alcuni scrittori significa mettere in gioco la stessa vita, tentare di andare al di là delle apparenze, esplorare l’”inattualità” pedagogica dell’essere educatori.File | Dimensione | Formato | |
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