Le proprietà collettive, per il loro status e le funzioni che ancor oggi svolgono rappresentano un modello di gestione delle risorse territoriali in sintonia con gli orientamenti della politica di sviluppo rurale. Nel corso della sua evoluzione, infatti, la politica di sviluppo rurale ha attribuito un ruolo sempre più importante agli approcci di sistema, integrati, radicati nei luoghi ed emergenti dai luoghi stessi, poiché ritenuti efficaci per attuare cambiamenti coerenti con i bisogni locali e in grado di produrre benefici anche nel lungo periodo. L’esperienza dei programmi LEADER, il sostegno ai processi di networking per la creazione di reti tra attori rurali, l’interesse per la distrettualità agricola e rurale e l’emergere di altre iniziative a carattere collettivo (strade del vino, consorzi per la produzione delle tipicità enogastronomiche, ecc.), testimoniano il valore degli approcci di sistema. Un valore che è dato dalla loro capacità di produrre benefici economici, sociali e ambientali per il sistema stesso e per il territorio in cui è radicato. Le proprietà collettive sono sistemi di attori locali che hanno saputo realizzare autonomamente una diversa modalità di possesso e gestione dei beni collettivi, basata su un solido sistema di relazioni all’interno della comunità locale. In maniera creativa e innovativa alcune di queste antiche istituzioni hanno saputo evolversi e adeguarsi a nuove sfide. In tal modo hanno potuto conservare il loro ruolo costitutivo di garanti dell’utilizzo sostenibile delle risorse locali per soddisfare (anche) i nuovi bisogni della comunità. La sfida oggi è quella di contribuire a rinvigorire le proprietà collettive. Esse infatti rappresentano una longeva esperienza di gestione collettiva, che ha consentito alle comunità locali di acquisire conoscenze specifiche del proprio territorio, di radicarsi in esso e di innescare processi di scambio dinamici. Questi elementi - conoscenza, radicamento e relazioni - formano una piattaforma che dovrebbe essere sostenuta, rafforzata e innovata per realizzare traiettorie di sviluppo che richiedono approcci collettivi e di sistema per la loro sostenibilità.
Nuovi modelli interpretativi dello sviluppo rurale: approcci collettivi e di sistema
BASSI, Ivana
2014-01-01
Abstract
Le proprietà collettive, per il loro status e le funzioni che ancor oggi svolgono rappresentano un modello di gestione delle risorse territoriali in sintonia con gli orientamenti della politica di sviluppo rurale. Nel corso della sua evoluzione, infatti, la politica di sviluppo rurale ha attribuito un ruolo sempre più importante agli approcci di sistema, integrati, radicati nei luoghi ed emergenti dai luoghi stessi, poiché ritenuti efficaci per attuare cambiamenti coerenti con i bisogni locali e in grado di produrre benefici anche nel lungo periodo. L’esperienza dei programmi LEADER, il sostegno ai processi di networking per la creazione di reti tra attori rurali, l’interesse per la distrettualità agricola e rurale e l’emergere di altre iniziative a carattere collettivo (strade del vino, consorzi per la produzione delle tipicità enogastronomiche, ecc.), testimoniano il valore degli approcci di sistema. Un valore che è dato dalla loro capacità di produrre benefici economici, sociali e ambientali per il sistema stesso e per il territorio in cui è radicato. Le proprietà collettive sono sistemi di attori locali che hanno saputo realizzare autonomamente una diversa modalità di possesso e gestione dei beni collettivi, basata su un solido sistema di relazioni all’interno della comunità locale. In maniera creativa e innovativa alcune di queste antiche istituzioni hanno saputo evolversi e adeguarsi a nuove sfide. In tal modo hanno potuto conservare il loro ruolo costitutivo di garanti dell’utilizzo sostenibile delle risorse locali per soddisfare (anche) i nuovi bisogni della comunità. La sfida oggi è quella di contribuire a rinvigorire le proprietà collettive. Esse infatti rappresentano una longeva esperienza di gestione collettiva, che ha consentito alle comunità locali di acquisire conoscenze specifiche del proprio territorio, di radicarsi in esso e di innescare processi di scambio dinamici. Questi elementi - conoscenza, radicamento e relazioni - formano una piattaforma che dovrebbe essere sostenuta, rafforzata e innovata per realizzare traiettorie di sviluppo che richiedono approcci collettivi e di sistema per la loro sostenibilità.File | Dimensione | Formato | |
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