La Legge Golfo-Mosca n. 120/2011 ha introdotto in Italia le quote di genere nella composizione degli organi di amministrazione e controllo delle società quotate e delle società a controllo pubblico. Non si tratta di una legge ‘per le donne’ ma le statistiche parlano chiaro: il genere meno rappresentato negli organi societari – e, quindi, da tutelare – è quello femminile. In realtà, le donne entrano nel mercato del lavoro meglio equipaggiate dei maschi ma questo vantaggio non si trasforma, poi, in opportunità di carriera poiché in pochi casi esse accedono ai ruoli decisionali apicali. Questo significa sotto-utilizzare i talenti femminili e compromettere la qualità degli organi di governo i cui membri andrebbero, invece, selezionati fra i migliori candidati di entrambi i sessi disponibili a far parte dei consigli amministrativi e di controllo. Ne consegue un evidente danno alla creazione di valore economico e alla performance societaria. Esperienze, competenze, professionalità e non differenze di genere dovrebbero essere i fattori discriminanti nella scelta dei membri chiamati a comporre gli organi di governo. Coloro ai quali viene affidata la conduzione ed il controllo dell’azienda devono avere requisiti adeguati per il ruolo che sono chiamati a svolgere, indipendentemente dall’essere uomini o donne. Nella complessa ricerca di una quadratura del cerchio alquanto difficile da realizzare, un principio rimane importante: non imporre la presenza delle donne ad ogni costo, bensì dare a coloro che hanno ricevuto dei talenti la possibilità di metterli a frutto.
Tempo di donne negli organi di governo delle società: la prospettiva economico-aziendale
ROSSI, Gina
2013-01-01
Abstract
La Legge Golfo-Mosca n. 120/2011 ha introdotto in Italia le quote di genere nella composizione degli organi di amministrazione e controllo delle società quotate e delle società a controllo pubblico. Non si tratta di una legge ‘per le donne’ ma le statistiche parlano chiaro: il genere meno rappresentato negli organi societari – e, quindi, da tutelare – è quello femminile. In realtà, le donne entrano nel mercato del lavoro meglio equipaggiate dei maschi ma questo vantaggio non si trasforma, poi, in opportunità di carriera poiché in pochi casi esse accedono ai ruoli decisionali apicali. Questo significa sotto-utilizzare i talenti femminili e compromettere la qualità degli organi di governo i cui membri andrebbero, invece, selezionati fra i migliori candidati di entrambi i sessi disponibili a far parte dei consigli amministrativi e di controllo. Ne consegue un evidente danno alla creazione di valore economico e alla performance societaria. Esperienze, competenze, professionalità e non differenze di genere dovrebbero essere i fattori discriminanti nella scelta dei membri chiamati a comporre gli organi di governo. Coloro ai quali viene affidata la conduzione ed il controllo dell’azienda devono avere requisiti adeguati per il ruolo che sono chiamati a svolgere, indipendentemente dall’essere uomini o donne. Nella complessa ricerca di una quadratura del cerchio alquanto difficile da realizzare, un principio rimane importante: non imporre la presenza delle donne ad ogni costo, bensì dare a coloro che hanno ricevuto dei talenti la possibilità di metterli a frutto.File | Dimensione | Formato | |
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