La memoria presenta le principali problematiche geotecniche e ambientali affrontate durante la progettazione definitiva dei lavori di approfondimento dei fondali del Porto di Monfalcone e della cassa di colmata che sarà utilizzata per il conferimento del materiale dragato. L’incarico di progettazione è stato conferito dall’Azienda Speciale per il Porto di Monfalcone, su delegazione della Regione Autonoma FVG, al Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Comune di Monfalcone (GO). In analogia a quanto previsto per i Siti di Interesse Nazionale dalla legge 84/1994, Riordino della legislazione in materia portuale, e per quanto appositamente richiesto dal Ministero dell’Ambiente si è ritenuto di dotare la cassa di colmata, sia lungo il perimetro che sul fondo, di un sistema di impermeabilizzazione, naturale o completato artificialmente, in grado di assicurare una permeabilità almeno equivalente a K ≤1,0 x 10-9 m/s per uno spessore ≥1m. L’area disponibile per il conferimento dei fanghi, adibita negli anni passati a cassa di colmata senza particolari sistemi d’impermeabilizzazione, copre una superficie di circa 380.000m2 e il progetto prevede di innalzarne la quota arginale dal valore attuale, mediamente +3,5m s.l.m.m, fino a +6,0m s.l.m.m. per poter conferire al suo interno un volume di materiale dragato pari a 1.033.000m3. Poiché lo strato di terreno più superficiale, un limo sabbioso, non soddisfaceva il requisito di permeabilità richiesto, è stato necessario eseguire un’estesa campagna di indagini in sito per individuare la profondità, la continuità e lo spessore di uno strato di terreno poco permeabile, un’argilla molle normalmente consolidata, entro il quale potere intestare barriere verticali artificiali per confinare completamente l’area di conferimento. In totale, sono state previste barriere con profondità variabile fra 9,0m e 10,0m, sufficienti a garantire un tempo di attraversamento non inferiore a 30anni, ed estese per circa 3.300m lungo l’intero perimetro della cassa di colmata. La quota prevista per la testa della barriera, +3,50m, inferiore a quella della sommità arginale, è stata dimensionata in riferimento alla posizione assunta dalla superficie libera dell’acqua durante il moto di filtrazione che si verrà a formare immediatamente dopo lo sversamento dei sedimenti dragati all’interno della cassa. L’analisi della filtrazione è stata eseguita in condizioni di regime transitorio tenendo conto che le operazioni di allontanamento delle acque di trasporto faranno variare velocemente il livello dell’acqua all’interno della cassa e che la filtrazione avverrà inizialmente in un mezzo poroso inizialmente non saturo. Inoltre, poiché il Piano di Sviluppo del Porto di Monfalcone prevede di realizzare sulla superficie della cassa di colmata un piazzale adibito a deposito multifunzionale e che i sedimenti del fondo marino sono classificabili prevalentemente come argille limose di media plasticità, è stato previsto un sistema di drenaggio orizzontale, posto sul fondo della cassa e funzionante a gravità, per accelerare il processo di consolidazione primaria del materiale dragato e consentire dopo pochi anni l’accesso alla superficie della cassa con mezzi meccanici pesanti.
ASPETTI GEOTECNICI E AMBIENTALI NELLA PROGETTAZIONE DELLA CASSA DI COLMATA DEL PORTO DI MONFALCONE (GO).
MERIGGI, Roberto
2014-01-01
Abstract
La memoria presenta le principali problematiche geotecniche e ambientali affrontate durante la progettazione definitiva dei lavori di approfondimento dei fondali del Porto di Monfalcone e della cassa di colmata che sarà utilizzata per il conferimento del materiale dragato. L’incarico di progettazione è stato conferito dall’Azienda Speciale per il Porto di Monfalcone, su delegazione della Regione Autonoma FVG, al Consorzio per lo Sviluppo Industriale del Comune di Monfalcone (GO). In analogia a quanto previsto per i Siti di Interesse Nazionale dalla legge 84/1994, Riordino della legislazione in materia portuale, e per quanto appositamente richiesto dal Ministero dell’Ambiente si è ritenuto di dotare la cassa di colmata, sia lungo il perimetro che sul fondo, di un sistema di impermeabilizzazione, naturale o completato artificialmente, in grado di assicurare una permeabilità almeno equivalente a K ≤1,0 x 10-9 m/s per uno spessore ≥1m. L’area disponibile per il conferimento dei fanghi, adibita negli anni passati a cassa di colmata senza particolari sistemi d’impermeabilizzazione, copre una superficie di circa 380.000m2 e il progetto prevede di innalzarne la quota arginale dal valore attuale, mediamente +3,5m s.l.m.m, fino a +6,0m s.l.m.m. per poter conferire al suo interno un volume di materiale dragato pari a 1.033.000m3. Poiché lo strato di terreno più superficiale, un limo sabbioso, non soddisfaceva il requisito di permeabilità richiesto, è stato necessario eseguire un’estesa campagna di indagini in sito per individuare la profondità, la continuità e lo spessore di uno strato di terreno poco permeabile, un’argilla molle normalmente consolidata, entro il quale potere intestare barriere verticali artificiali per confinare completamente l’area di conferimento. In totale, sono state previste barriere con profondità variabile fra 9,0m e 10,0m, sufficienti a garantire un tempo di attraversamento non inferiore a 30anni, ed estese per circa 3.300m lungo l’intero perimetro della cassa di colmata. La quota prevista per la testa della barriera, +3,50m, inferiore a quella della sommità arginale, è stata dimensionata in riferimento alla posizione assunta dalla superficie libera dell’acqua durante il moto di filtrazione che si verrà a formare immediatamente dopo lo sversamento dei sedimenti dragati all’interno della cassa. L’analisi della filtrazione è stata eseguita in condizioni di regime transitorio tenendo conto che le operazioni di allontanamento delle acque di trasporto faranno variare velocemente il livello dell’acqua all’interno della cassa e che la filtrazione avverrà inizialmente in un mezzo poroso inizialmente non saturo. Inoltre, poiché il Piano di Sviluppo del Porto di Monfalcone prevede di realizzare sulla superficie della cassa di colmata un piazzale adibito a deposito multifunzionale e che i sedimenti del fondo marino sono classificabili prevalentemente come argille limose di media plasticità, è stato previsto un sistema di drenaggio orizzontale, posto sul fondo della cassa e funzionante a gravità, per accelerare il processo di consolidazione primaria del materiale dragato e consentire dopo pochi anni l’accesso alla superficie della cassa con mezzi meccanici pesanti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.