Il libro tratta di come trasformare una opportunità geografica in un concreto progetto territoriale. L’opportunità consiste nel valorizzare la favorevole posizione geografica del Friuli Venezia Giulia – tra il Mediterraneo e le regioni più produttive dell’area germanica – dal punto di vista dei commerci marittimi e terrestri. Cogliere tale opportunità, certificata in primo luogo dall’Unione Europea (con la recente approvazione, da parte del Parlamento europeo, del Corridoio Adriatico-Baltico) e da grandi organizzazioni internazionali, potrebbe rilanciare profondamente un’economia regionale in forte declino. Il libro indica puntualmente una strada ancora percorribile per raggiungere l’obiettivo fino a ora mancato: mettere a sistema, in pochi anni e senza grandi investimenti, tutte le strutture e infrastrutture regionali già esistenti (ma che oggi sono mal o sotto-utilizzate) in un unico ‘porto-regione’. Perché, allora, l’«ultima chiamata»? Perché questa stessa idea ce l’hanno anche altre realtà – oggi in Slovenia e domani, forse, in Croazia – e se il Friuli Venezia Giulia non si muove subito non ci sarà più spazio per un altro porto-regione nell’Alto Adriatico con tutto ciò che ne può conseguire in termini di inevitabile ulteriore declino, non solo della nostra economia ma anche di quella dell’Italia adriatica.
FVG-Europa: ultima chiamata. Un "porto-regione" tra Mediterraneo e Centro Europa
FABBRO, Sandro;MARESCA, Maurizio
2014-01-01
Abstract
Il libro tratta di come trasformare una opportunità geografica in un concreto progetto territoriale. L’opportunità consiste nel valorizzare la favorevole posizione geografica del Friuli Venezia Giulia – tra il Mediterraneo e le regioni più produttive dell’area germanica – dal punto di vista dei commerci marittimi e terrestri. Cogliere tale opportunità, certificata in primo luogo dall’Unione Europea (con la recente approvazione, da parte del Parlamento europeo, del Corridoio Adriatico-Baltico) e da grandi organizzazioni internazionali, potrebbe rilanciare profondamente un’economia regionale in forte declino. Il libro indica puntualmente una strada ancora percorribile per raggiungere l’obiettivo fino a ora mancato: mettere a sistema, in pochi anni e senza grandi investimenti, tutte le strutture e infrastrutture regionali già esistenti (ma che oggi sono mal o sotto-utilizzate) in un unico ‘porto-regione’. Perché, allora, l’«ultima chiamata»? Perché questa stessa idea ce l’hanno anche altre realtà – oggi in Slovenia e domani, forse, in Croazia – e se il Friuli Venezia Giulia non si muove subito non ci sarà più spazio per un altro porto-regione nell’Alto Adriatico con tutto ciò che ne può conseguire in termini di inevitabile ulteriore declino, non solo della nostra economia ma anche di quella dell’Italia adriatica.File | Dimensione | Formato | |
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