Il leccio (Quercus ilex L.) costituisce una tipica specie recalcitrante dell’area mediterranea che si caratterizza per una debole dormienza e per una spiccata sensibilità alla disidratazione nei semi. Per descrivere e comprendere meglio i meccanismi fisiologici e biochimici che sottostanno a queste peculiarità, sono stati misurati nel corso della conservazione alcuni parametri tecnologici e biologici. I semi, mantenuti in condizioni di elevata umidità e bassa temperatura, sono stati conservati secondo le usuali metodiche in bidoni riempiti con torba umida per un intero anno. Tale modalità è stata confrontata con una soluzione che prevedeva l’uso di sacchetti in polietilene. L’accorgimento adottato ha consentito di mantenere un livello accettabile di germinazione per un periodo superiore di circa 3 mesi rispetto al controllo e di rallentare il deterioramento del seme grazie a un miglior controllo dei danni provocati dal metabolismo ossidativo. La barriera costituita dal film plastico ha infatti limitato gli scambi gassosi, prevenendo le alterazioni dovute a una respirazione troppo elevata e alla liberazione di H2O2. L’ambiente ipossico ha mantenuto un miglior equilibrio ossidoriduttivo, preservando il contenuto di glutatione ridotto e di ATP. La conservazione nei sacchetti ha inoltre favorito l’accumulo di etilene nell’atmosfera di stoccaggio e ha abbassato le attività metaboliche dei semi, nonostante il loro intrinseco stato di debole dormienza. Un’appropriata modulazione di questi fattori biologici potrebbe consentire il prolungamento del periodo di conservazione in semi recalcitranti.

Stato energetico e capacità antiossidante in semi recalcitranti di leccio (Quercus ilex L.) conservati in sacchetti di polietilene.

MIZZAU, Michela;PETRUSSA, Elisa;BRAIDOT, Enrico;PATUI, Sonia;
2014-01-01

Abstract

Il leccio (Quercus ilex L.) costituisce una tipica specie recalcitrante dell’area mediterranea che si caratterizza per una debole dormienza e per una spiccata sensibilità alla disidratazione nei semi. Per descrivere e comprendere meglio i meccanismi fisiologici e biochimici che sottostanno a queste peculiarità, sono stati misurati nel corso della conservazione alcuni parametri tecnologici e biologici. I semi, mantenuti in condizioni di elevata umidità e bassa temperatura, sono stati conservati secondo le usuali metodiche in bidoni riempiti con torba umida per un intero anno. Tale modalità è stata confrontata con una soluzione che prevedeva l’uso di sacchetti in polietilene. L’accorgimento adottato ha consentito di mantenere un livello accettabile di germinazione per un periodo superiore di circa 3 mesi rispetto al controllo e di rallentare il deterioramento del seme grazie a un miglior controllo dei danni provocati dal metabolismo ossidativo. La barriera costituita dal film plastico ha infatti limitato gli scambi gassosi, prevenendo le alterazioni dovute a una respirazione troppo elevata e alla liberazione di H2O2. L’ambiente ipossico ha mantenuto un miglior equilibrio ossidoriduttivo, preservando il contenuto di glutatione ridotto e di ATP. La conservazione nei sacchetti ha inoltre favorito l’accumulo di etilene nell’atmosfera di stoccaggio e ha abbassato le attività metaboliche dei semi, nonostante il loro intrinseco stato di debole dormienza. Un’appropriata modulazione di questi fattori biologici potrebbe consentire il prolungamento del periodo di conservazione in semi recalcitranti.
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