Nell'ambito dell'Unione Europea, l'Italia detiene il primato per l'allevamento della trota iridea. Tra le problematiche maggiormente rilevanti negli allevamenti intensivi d'acquacoltura vi sono le malattie infettive; la lattococcosi, in particolare, rappresenta la malattia batterica più grave della troticoltura italiana, fonte di ingenti perdite economiche. Le strategie di controllo tradizionali si basano sull’utilizzo di vaccini autologhi o commerciali e sul trattamento terapeutico; in entrambi i casi vi sono grossi limiti dovuti alla ridotta efficacia dei vaccini e alla possibilità di immissione di antibiotici nell’ambiente, con accresciuto rischio di insorgenza di ceppi antibiotico resistenti. Da ciò l’esigenza di implementare forme alternative e/o complementari di controllo della malattia basate sullo sfruttamento di fattori intrinseci presenti nella genetica dell’ospite trota. Un gene risultato particolarmente promettente è stato l'MHCIIB (Colussi et al.2015). A tal fine sono stati selezionati su base genetica 26 soggetti suscettibili e 26 soggetti di trota iridea (Oncorhyncus mykiss) resistenti alla lattococcosi da sottoporre a challenge per per immersione-diluizione e ulteriori 10 soggetti per ciascun gruppo sono stati utilizzati come controllo. La prova è stata eseguita presso l'acquario sperimentale dell'IZS delle Venezie. Le trote sono state divise in vasche indipendenti e sottoposte a challenge per immersione ad una temperatura di 17 °C, per 3 ore, con una soluzione di Lactococcus garvieaead una concentrazione finale di 1,6 x 103 CFU/ml. Dopo 4 giorni dal challenge, non rilevando sintomatologia nei soggetti infettati è stato effettuato un secondo challenge per immersione con le stesse modalità del primo, ma aumentando la concentrazione del patogeno a 1,6 x 105CFU/ml. Non è stata osservata alcuna sintomatologia fino al nono giorno post-infezione. Un singolo soggetto appartenente al gruppo dei suscettibili sottoposti ad infezione ha mostrato sintomatologia tipica con comparsa di ipermelanosi, esoftalmo, splenomegalia e caratteristiche emorragie degli organi interni. Non è stato registrato alcun decesso al termine dell’end-point sperimentale e tutti i soggetti sopravvissuti sono stati sottoposti ad eutanasia come previsto dal protocollo sperimentale. Gli esami colturali effettuati sono risultati tutti negativi tranne per il colturale effettuato da sangue e da rene del soggetto sintomatico risultato positivo per Lactococcus garvieae. Sono stati valutati differenti parametri immunitari umorali e cellulari nelle trote resistenti e suscettibili in fase di pre e post-infezione (abstract di Volpatti et al. SIPI 2018).L'assenza di mortalità post-infezione e la presenza di sintomatologia in un solo soggetto suscettibile può essere ascrivibile a diverse criticità che caratterizzano gli esperimenti di challenge: primo tra tutti la dose infettante; la patogenicità del ceppo utilizzato; il tempo di interazione tra ospite e patogeno; la storia immunitaria dei soggetti sottoposti a challenge; i parametri ambientali, quali la temperatura; la durata del periodo di osservazione post-infezione. Sebbene non sia possibile sapere quale parametro possa aver maggiormente influito sulla mancata registrazione di mortalità, dalla presenza di un soggetto sintomatico e dalle differenze significative registrate in relazione ai parametri immunitari indagati sulle due linee, si può ipotizzare di aver ottenuto un'infezione in forma sub-clinica che, seprotratta oltre l'end-point sperimentale, si sarebbe propagata ad altri soggetti suscettibili e avrebbe indotto mortalità nei soggetti sintomatici. Sarebbe pertanto auspicabile utilizzare, in studi futuri, un duplice approccio di selezione dei soggetti resistenti basato sull'utilizzo di marker sia molecolari, tra cui l'MHCII, sia immunologici.
PRIMA INFEZIONE SPERIMENTALE DI TROTA IRIDEA (ONCORHYNCHUS MYKISS) CON LACTOCOCCUS GARVIEAE PER IMMERSIONE-DILUIZIONE
Bulfon C.;ByadgiO.;Volpatti D.
;
2018-01-01
Abstract
Nell'ambito dell'Unione Europea, l'Italia detiene il primato per l'allevamento della trota iridea. Tra le problematiche maggiormente rilevanti negli allevamenti intensivi d'acquacoltura vi sono le malattie infettive; la lattococcosi, in particolare, rappresenta la malattia batterica più grave della troticoltura italiana, fonte di ingenti perdite economiche. Le strategie di controllo tradizionali si basano sull’utilizzo di vaccini autologhi o commerciali e sul trattamento terapeutico; in entrambi i casi vi sono grossi limiti dovuti alla ridotta efficacia dei vaccini e alla possibilità di immissione di antibiotici nell’ambiente, con accresciuto rischio di insorgenza di ceppi antibiotico resistenti. Da ciò l’esigenza di implementare forme alternative e/o complementari di controllo della malattia basate sullo sfruttamento di fattori intrinseci presenti nella genetica dell’ospite trota. Un gene risultato particolarmente promettente è stato l'MHCIIB (Colussi et al.2015). A tal fine sono stati selezionati su base genetica 26 soggetti suscettibili e 26 soggetti di trota iridea (Oncorhyncus mykiss) resistenti alla lattococcosi da sottoporre a challenge per per immersione-diluizione e ulteriori 10 soggetti per ciascun gruppo sono stati utilizzati come controllo. La prova è stata eseguita presso l'acquario sperimentale dell'IZS delle Venezie. Le trote sono state divise in vasche indipendenti e sottoposte a challenge per immersione ad una temperatura di 17 °C, per 3 ore, con una soluzione di Lactococcus garvieaead una concentrazione finale di 1,6 x 103 CFU/ml. Dopo 4 giorni dal challenge, non rilevando sintomatologia nei soggetti infettati è stato effettuato un secondo challenge per immersione con le stesse modalità del primo, ma aumentando la concentrazione del patogeno a 1,6 x 105CFU/ml. Non è stata osservata alcuna sintomatologia fino al nono giorno post-infezione. Un singolo soggetto appartenente al gruppo dei suscettibili sottoposti ad infezione ha mostrato sintomatologia tipica con comparsa di ipermelanosi, esoftalmo, splenomegalia e caratteristiche emorragie degli organi interni. Non è stato registrato alcun decesso al termine dell’end-point sperimentale e tutti i soggetti sopravvissuti sono stati sottoposti ad eutanasia come previsto dal protocollo sperimentale. Gli esami colturali effettuati sono risultati tutti negativi tranne per il colturale effettuato da sangue e da rene del soggetto sintomatico risultato positivo per Lactococcus garvieae. Sono stati valutati differenti parametri immunitari umorali e cellulari nelle trote resistenti e suscettibili in fase di pre e post-infezione (abstract di Volpatti et al. SIPI 2018).L'assenza di mortalità post-infezione e la presenza di sintomatologia in un solo soggetto suscettibile può essere ascrivibile a diverse criticità che caratterizzano gli esperimenti di challenge: primo tra tutti la dose infettante; la patogenicità del ceppo utilizzato; il tempo di interazione tra ospite e patogeno; la storia immunitaria dei soggetti sottoposti a challenge; i parametri ambientali, quali la temperatura; la durata del periodo di osservazione post-infezione. Sebbene non sia possibile sapere quale parametro possa aver maggiormente influito sulla mancata registrazione di mortalità, dalla presenza di un soggetto sintomatico e dalle differenze significative registrate in relazione ai parametri immunitari indagati sulle due linee, si può ipotizzare di aver ottenuto un'infezione in forma sub-clinica che, seprotratta oltre l'end-point sperimentale, si sarebbe propagata ad altri soggetti suscettibili e avrebbe indotto mortalità nei soggetti sintomatici. Sarebbe pertanto auspicabile utilizzare, in studi futuri, un duplice approccio di selezione dei soggetti resistenti basato sull'utilizzo di marker sia molecolari, tra cui l'MHCII, sia immunologici.File | Dimensione | Formato | |
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