Il saggio esamina il capolavoro editoriale di Ferdinando Ongania “La Basilica di San Marco in Venezia” – una novità clamorosa nel panorama italiano dal punto di vista della concezione stessa di pubblicazione dedicata a un monumento storico-artistico, con una forma moderna e attuale di documentazione visiva –, in relazione al dibattito sulla conservazione e il restauro degli edifici storici nell'Italia postunitaria e al pensiero e all’attività di John Ruskin. Il dibattito sui restauri allora in corso a Venezia, che ebbe come protagonisti alcuni tra gli autori della straordinaria opera promossa da Ongania – basti nominare Camillo Boito, Alvise Pietro Zorzi, Giacomo Boni –, non solo costituì l’ordito su cui fu intessuta la pubblicazione stessa, determinandone le ragioni intime e profonde volte alla salvaguardia della basilica marciana, ma anche concorse in modo preponderante all’elaborazione delle prime norme dell’Italia unita sulla conservazione dei monumenti. Nello stesso tempo si constatata una singolare corrispondenza tra le modalità con cui Ongania sviluppò il suo programma e l’attività svolta negli stessi anni da Ruskin per i suoi “Memorial Studies of St. Mark’s”, il progetto di documentazione figurativa dell’edificio intrapreso nel 1877.
Ferdinando Ongania, John Ruskin e La basilica di San Marco in Venezia nel contesto del dibattito sulla conservazione dei monumenti (1877-1895)
Gianpaolo Trevisan
2019-01-01
Abstract
Il saggio esamina il capolavoro editoriale di Ferdinando Ongania “La Basilica di San Marco in Venezia” – una novità clamorosa nel panorama italiano dal punto di vista della concezione stessa di pubblicazione dedicata a un monumento storico-artistico, con una forma moderna e attuale di documentazione visiva –, in relazione al dibattito sulla conservazione e il restauro degli edifici storici nell'Italia postunitaria e al pensiero e all’attività di John Ruskin. Il dibattito sui restauri allora in corso a Venezia, che ebbe come protagonisti alcuni tra gli autori della straordinaria opera promossa da Ongania – basti nominare Camillo Boito, Alvise Pietro Zorzi, Giacomo Boni –, non solo costituì l’ordito su cui fu intessuta la pubblicazione stessa, determinandone le ragioni intime e profonde volte alla salvaguardia della basilica marciana, ma anche concorse in modo preponderante all’elaborazione delle prime norme dell’Italia unita sulla conservazione dei monumenti. Nello stesso tempo si constatata una singolare corrispondenza tra le modalità con cui Ongania sviluppò il suo programma e l’attività svolta negli stessi anni da Ruskin per i suoi “Memorial Studies of St. Mark’s”, il progetto di documentazione figurativa dell’edificio intrapreso nel 1877.File | Dimensione | Formato | |
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