Il n°315 della rivista Techniques & Architecture intitolato “du bon usage des énergies”, alla fine degli anni ’70, poneva l’attenzione sulla questione energetica dimostrando come questa costituisse già uno degli elementi di dibattito nel panorama architettonico. A distanza di circa quarant’anni più che interrogarci sull’attualità delle soluzioni proposte è di interesse valutare se e quanto le inaspettate crisi di questi ultimi anni abbiano realmente innescato un cambio di paradigma nel dibattito architettonico. In linea con l’editoriale della rivista francese, l’obiettivo di un’indagine sul buon uso delle energie non consiste nella redazione di un catalogo di “ricette rassicuranti grazie alle quali si apre la possibilità di usare un nuovo vocabolario” di elementi tecnologici, quanto forse di interrogarsi criticamente su trinomio beautiful | sustainable | together proposto dalla Presidente von der Leyen per il New European Bauhaus. Ma sostenibilità consiste nell’utilizzo dell’ultimo prodotto tecnologico il cui ciclo di vita, nella maggior parte dei casi, ha un tempo limitato e implica uno smaltimento spesso oneroso in termini economici, di utilizzo di risorse e produzione di rifiuti? O questa sempre più rapida accelerazione non necessita di una riflessione che torni a indagare l’architettura delle origini in cui il valore della durata e della permanenza costituiva uno degli elementi cardine e l’aspetto energetico la base per la definizione della forma e la scelta dell’uso dei materiali? Condividendo l’opinione di Francesco Venezia che “la modernità è la capacità di amministrare risorse che sono sempre più complesse, più ricche, più varie”, alcuni recenti progetti realizzati in paesi poveri muovono a riflessioni sui valori profondi della disciplina progettuale e sul ruolo dell’architetto di sapiente costruttore di futuro.

Sulla durata e la permanenza in architettura

claudia pirina
2022-01-01

Abstract

Il n°315 della rivista Techniques & Architecture intitolato “du bon usage des énergies”, alla fine degli anni ’70, poneva l’attenzione sulla questione energetica dimostrando come questa costituisse già uno degli elementi di dibattito nel panorama architettonico. A distanza di circa quarant’anni più che interrogarci sull’attualità delle soluzioni proposte è di interesse valutare se e quanto le inaspettate crisi di questi ultimi anni abbiano realmente innescato un cambio di paradigma nel dibattito architettonico. In linea con l’editoriale della rivista francese, l’obiettivo di un’indagine sul buon uso delle energie non consiste nella redazione di un catalogo di “ricette rassicuranti grazie alle quali si apre la possibilità di usare un nuovo vocabolario” di elementi tecnologici, quanto forse di interrogarsi criticamente su trinomio beautiful | sustainable | together proposto dalla Presidente von der Leyen per il New European Bauhaus. Ma sostenibilità consiste nell’utilizzo dell’ultimo prodotto tecnologico il cui ciclo di vita, nella maggior parte dei casi, ha un tempo limitato e implica uno smaltimento spesso oneroso in termini economici, di utilizzo di risorse e produzione di rifiuti? O questa sempre più rapida accelerazione non necessita di una riflessione che torni a indagare l’architettura delle origini in cui il valore della durata e della permanenza costituiva uno degli elementi cardine e l’aspetto energetico la base per la definizione della forma e la scelta dell’uso dei materiali? Condividendo l’opinione di Francesco Venezia che “la modernità è la capacità di amministrare risorse che sono sempre più complesse, più ricche, più varie”, alcuni recenti progetti realizzati in paesi poveri muovono a riflessioni sui valori profondi della disciplina progettuale e sul ruolo dell’architetto di sapiente costruttore di futuro.
2022
979-12-80379-01-6
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