L'intervento si propone di raccontare come in occasione della Prima Guerra Mondiale il Governo ha sostenuto le iniziative della Croce Rossa Italiana e insieme affrontato la penuria della polpa per la fabbricazione della carta, che veniva per lo più importata, raccogliendo i documenti degli uffici pubblici giudicati non più utili all'attività amministrativa e la carta inutilizzata. All'inizio del 1916 la CRI costituisce il Comitato nazionale per la raccolta ed utilizzazione dei rifiuti d'archivio a favore della CRI. Il 30 gennaio dello stesso anno viene emanato il Decreto luogotenenziale n. 219 che dispone che «Durante lo Stato di guerra le carte delle Amministrazioni dello Stato delle quali sia stata legalmente riconosciuta inutile l'ulteriore conservazione, sia agli effetti amministrativi sia per scopo di studio, saranno cedute senza corrispettivo al Comitato nazionale per la raccolta dei rifiuti di archivio». Immediatamente il Comitato, con sede presso il Palazzo di giustizia di Roma, avvia la campagna dedicata alla raccolta della "inutile carta", che registra fin dall'inizio ottimi risultati. Il 14 luglio 1917 la campagna per la raccolta della carta si intensifica e la Direzione generale per l'Amministrazione Civile del Ministero dell'Interno emana la Circolare n. 8900-22 che contiene l’Elenco di massima delle carte da eliminarsi dalle amministrazioni comunali. Questo Elenco viene subito stampato dalla CRI e distribuito in tutti i municipi del Regno, unitamente ad una nota indirizzata ai segretari comunali in cui li si invitava ad offrire una «prova tangibile del vostro affettuoso interessamento per l’Umanitaria istituzione». Terminato il primo conflitto mondiale l'Elenco rimane in uso presso le amministrazioni comunali come strumento per la selezione delle carte da inviare al macero. Successivamente il documento viene rivisto e ampliato nelle singole voci e nel 1931 viene stampato e distribuito di nuovo, questa volta senza le insegne della CRI, con il titolo di Supplemento al titolario. Per tutti gli anni Trenta, e poi ancora negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ne viene imposta ai comuni dai prefetti la rigorosa applicazione, portando anche a perdite significative di documentazione che probabilmente non avrebbe dovuto essere distrutta.

La Croce Rossa molto attende. I rifiuti d'archivio a beneficio della C.R.I. dalla prima guerra mondiale in poi e i massimari di scarto per i comuni

Dimitri Brunetti
2023-01-01

Abstract

L'intervento si propone di raccontare come in occasione della Prima Guerra Mondiale il Governo ha sostenuto le iniziative della Croce Rossa Italiana e insieme affrontato la penuria della polpa per la fabbricazione della carta, che veniva per lo più importata, raccogliendo i documenti degli uffici pubblici giudicati non più utili all'attività amministrativa e la carta inutilizzata. All'inizio del 1916 la CRI costituisce il Comitato nazionale per la raccolta ed utilizzazione dei rifiuti d'archivio a favore della CRI. Il 30 gennaio dello stesso anno viene emanato il Decreto luogotenenziale n. 219 che dispone che «Durante lo Stato di guerra le carte delle Amministrazioni dello Stato delle quali sia stata legalmente riconosciuta inutile l'ulteriore conservazione, sia agli effetti amministrativi sia per scopo di studio, saranno cedute senza corrispettivo al Comitato nazionale per la raccolta dei rifiuti di archivio». Immediatamente il Comitato, con sede presso il Palazzo di giustizia di Roma, avvia la campagna dedicata alla raccolta della "inutile carta", che registra fin dall'inizio ottimi risultati. Il 14 luglio 1917 la campagna per la raccolta della carta si intensifica e la Direzione generale per l'Amministrazione Civile del Ministero dell'Interno emana la Circolare n. 8900-22 che contiene l’Elenco di massima delle carte da eliminarsi dalle amministrazioni comunali. Questo Elenco viene subito stampato dalla CRI e distribuito in tutti i municipi del Regno, unitamente ad una nota indirizzata ai segretari comunali in cui li si invitava ad offrire una «prova tangibile del vostro affettuoso interessamento per l’Umanitaria istituzione». Terminato il primo conflitto mondiale l'Elenco rimane in uso presso le amministrazioni comunali come strumento per la selezione delle carte da inviare al macero. Successivamente il documento viene rivisto e ampliato nelle singole voci e nel 1931 viene stampato e distribuito di nuovo, questa volta senza le insegne della CRI, con il titolo di Supplemento al titolario. Per tutti gli anni Trenta, e poi ancora negli anni della Seconda Guerra Mondiale, ne viene imposta ai comuni dai prefetti la rigorosa applicazione, portando anche a perdite significative di documentazione che probabilmente non avrebbe dovuto essere distrutta.
2023
979-12-80365-25-5
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