Un’analogia si aggira per l’architettura contemporanea. Nella città che si trasfigura in foresta, gli edifici assumono la sembianza di boschi, la copertura mima la chioma, un patio è una radura: l’architettura tende al bosco analogo. Questa mimesi del mondo vegetale (e animale) ha soppiantato la lunga e noiosa stagione degli edifici voluttuosi, azzardati, muscolari; una stagione di eccessi – economici, formali, costruttivi, ingegneristici – si esaurisce al margine della selva, nell’oscuro orizzonte attraversato da una stabile condizione economica di crisi, dall’ansietà diffusa per lo stato ecologico, dalle contraddizioni e tensioni tra l’agire collettivo e l’agire individuale. In modo differente i 1000 Trees di Heatherwick a Shanghai, il Kait Workshop di Ishigami a Tokio, l’Arbre Blanc di Fujimoto a Montpellier, lo stadio di Bordeaux di Herzog&deMeuron, la New Central Library di Snohetta sempre a Shanghai, sono tutte declinazioni di questa analogia. L’immagine del bosco è, da sempre, uno degli scenari con cui la pratica della costruzione si è misurata. Dal tempio greco alla basilica romana, l’orizzonte formale del rito che queste architetture ospitavano aveva cristallizzato in esse quella dimensione oscura, dionisiaca, selvatica che era, spesso, all’origine del mito stesso (e dei suoi luoghi deputati). Il recente naturalismo urbano sembra invece misurarsi con un nuovo tipo di eccesso o, in altre parole, misurarsi con il carattere eccessivo della dimensione naturale e animale. La risposta dell’architettura e della città all’antropocentrismo sembra essere quella di orientare lo sviluppo urbano in una dimensione non antropocentrica. Per altri versi, l’effetto di mineralizzazione della città e del territorio che si è prodotto nel Novecento comporta una grande pervasiva opera di rimedio e di rinaturalizzazione diffusa. L’architettura sembra oggi mettere in scena questo senso di colpa virando le sue forme verso la assunzione dell’analogia con il bosco come espediente formale.
Bosco (analogo)
Giovanni La Varra
2023-01-01
Abstract
Un’analogia si aggira per l’architettura contemporanea. Nella città che si trasfigura in foresta, gli edifici assumono la sembianza di boschi, la copertura mima la chioma, un patio è una radura: l’architettura tende al bosco analogo. Questa mimesi del mondo vegetale (e animale) ha soppiantato la lunga e noiosa stagione degli edifici voluttuosi, azzardati, muscolari; una stagione di eccessi – economici, formali, costruttivi, ingegneristici – si esaurisce al margine della selva, nell’oscuro orizzonte attraversato da una stabile condizione economica di crisi, dall’ansietà diffusa per lo stato ecologico, dalle contraddizioni e tensioni tra l’agire collettivo e l’agire individuale. In modo differente i 1000 Trees di Heatherwick a Shanghai, il Kait Workshop di Ishigami a Tokio, l’Arbre Blanc di Fujimoto a Montpellier, lo stadio di Bordeaux di Herzog&deMeuron, la New Central Library di Snohetta sempre a Shanghai, sono tutte declinazioni di questa analogia. L’immagine del bosco è, da sempre, uno degli scenari con cui la pratica della costruzione si è misurata. Dal tempio greco alla basilica romana, l’orizzonte formale del rito che queste architetture ospitavano aveva cristallizzato in esse quella dimensione oscura, dionisiaca, selvatica che era, spesso, all’origine del mito stesso (e dei suoi luoghi deputati). Il recente naturalismo urbano sembra invece misurarsi con un nuovo tipo di eccesso o, in altre parole, misurarsi con il carattere eccessivo della dimensione naturale e animale. La risposta dell’architettura e della città all’antropocentrismo sembra essere quella di orientare lo sviluppo urbano in una dimensione non antropocentrica. Per altri versi, l’effetto di mineralizzazione della città e del territorio che si è prodotto nel Novecento comporta una grande pervasiva opera di rimedio e di rinaturalizzazione diffusa. L’architettura sembra oggi mettere in scena questo senso di colpa virando le sue forme verso la assunzione dell’analogia con il bosco come espediente formale.File | Dimensione | Formato | |
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La Varra G. (2023.11.16-18), Bosco (analogo), in Le parole e le forme. Book of Abstracts - Decimo Forum ProArch, pp. 176-177.pdf
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