Questo contributo si concentra sulle versioni dei Four Quartets pubblicate nella seconda metà degli anni Quaranta da Margherita Guidacci, secondo Laura Caretti «traduttrice tra le migliori dei Quartetti» (1968). La «buona coerenza stilistica» che Massimo Bacigalupo (1989) attribuisce alle traduzioni guidacciane sembra derivare dalla forte consonanza tra la poetica di T.S. Eliot e quella della stessa Guidacci, che per prima seppe interpretare compiutamente i versi del grande poeta americano. Poetessa in proprio e attenta studiosa, sin dagli anni della giovinezza, degli autori angloamericani di ispirazione cattolica, Guidacci fu tra i primi, nell’ambiente post-ermetico dell'immediato dopoguerra, a coniugare alla riflessione sull’opera di Eliot la traduzione degli allora inediti Four Quartets. Si osserverà come, oltre che nell’acuto saggio critico che Guidacci dedicò ai quartetti, percorso da un’attenzione per specifiche questioni di poetica che chiamano in causa tanto il lavoro del poeta americano quanto il proprio (Ghilardi 1999), l’affinità con la poetica di Eliot si riscontri, a un livello più profondo, nella produzione in versi coeva dell’allora giovanissima poetessa fiorentina.
Margherita Guidacci traduttrice dei "Four Quartets"
ELEONORA GALLITELLI
2024-01-01
Abstract
Questo contributo si concentra sulle versioni dei Four Quartets pubblicate nella seconda metà degli anni Quaranta da Margherita Guidacci, secondo Laura Caretti «traduttrice tra le migliori dei Quartetti» (1968). La «buona coerenza stilistica» che Massimo Bacigalupo (1989) attribuisce alle traduzioni guidacciane sembra derivare dalla forte consonanza tra la poetica di T.S. Eliot e quella della stessa Guidacci, che per prima seppe interpretare compiutamente i versi del grande poeta americano. Poetessa in proprio e attenta studiosa, sin dagli anni della giovinezza, degli autori angloamericani di ispirazione cattolica, Guidacci fu tra i primi, nell’ambiente post-ermetico dell'immediato dopoguerra, a coniugare alla riflessione sull’opera di Eliot la traduzione degli allora inediti Four Quartets. Si osserverà come, oltre che nell’acuto saggio critico che Guidacci dedicò ai quartetti, percorso da un’attenzione per specifiche questioni di poetica che chiamano in causa tanto il lavoro del poeta americano quanto il proprio (Ghilardi 1999), l’affinità con la poetica di Eliot si riscontri, a un livello più profondo, nella produzione in versi coeva dell’allora giovanissima poetessa fiorentina.File | Dimensione | Formato | |
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