Il contributo si sofferma, nella prima parte, sulle esperienze degli anni giovanili di Ippolito Pindemonte, culminate nel grand tour compiuto tra il 1788 e il 1791, in Svizzera, Francia, Inghilterra, Germania. Quelle esperienze ci restituiscono un ritratto dell’autore veronese ben diverso da quello vulgato, caratterizzato dal moderatismo politico e dal virtuoso cattolicesimo della senilità, e ce lo mostrano implicato in movimentate relazioni sentimentali, aperto ai fermenti innovatori della cultura europea, spregiudicato nelle posizioni politiche e nelle frequentazioni, massoniche quando non giacobine. Nella seconda parte, lo studio rivisita il manoscritto autografo delle Memorie sopra alcuni dei suoi viaggi, conservato alla Biblioteca Civica di Verona, che accosta alla secchezza degli appunti, propri del calepin, pagine più distese ed elaborate, già impostate narrativamente e caratterizzate da un ampio utilizzo delle fonti, specie i Voyages dans les Alpes di Horace-Bénédict de Saussure. La stessa alternanza si osserva nel caso di Aurelio de’ Giorgi Bertòla, amico e ispiratore di Pindemonte, in relazione ai Diari del viaggio in Svizzera e in Germania. Tuttavia, mentre al Bertòla riuscì di compiere il passaggio dai taccuini preparatori al racconto (il Viaggio sul Reno e ne’ suoi contorni), l’odeporico di Pindemonte rimase interrotto, per motivi che chiamano in causa lo storno di materiali per altri progetti (il Viaggio poetico, la lettera-saggio al Signor Marchese Sagramoso Balì del Sacro Ordine Gerosolimitano, le odi repubblicane) e, soprattutto, il disincanto subentrato verso l’esperienza stessa del viaggio, che trova piena espressione nell’Abaritte.
«A' tuoi verdi anni...». Sui viaggi e le memorie di Pindemonte
CALIARO, Ilvano;RABBONI, Renzo
2011-01-01
Abstract
Il contributo si sofferma, nella prima parte, sulle esperienze degli anni giovanili di Ippolito Pindemonte, culminate nel grand tour compiuto tra il 1788 e il 1791, in Svizzera, Francia, Inghilterra, Germania. Quelle esperienze ci restituiscono un ritratto dell’autore veronese ben diverso da quello vulgato, caratterizzato dal moderatismo politico e dal virtuoso cattolicesimo della senilità, e ce lo mostrano implicato in movimentate relazioni sentimentali, aperto ai fermenti innovatori della cultura europea, spregiudicato nelle posizioni politiche e nelle frequentazioni, massoniche quando non giacobine. Nella seconda parte, lo studio rivisita il manoscritto autografo delle Memorie sopra alcuni dei suoi viaggi, conservato alla Biblioteca Civica di Verona, che accosta alla secchezza degli appunti, propri del calepin, pagine più distese ed elaborate, già impostate narrativamente e caratterizzate da un ampio utilizzo delle fonti, specie i Voyages dans les Alpes di Horace-Bénédict de Saussure. La stessa alternanza si osserva nel caso di Aurelio de’ Giorgi Bertòla, amico e ispiratore di Pindemonte, in relazione ai Diari del viaggio in Svizzera e in Germania. Tuttavia, mentre al Bertòla riuscì di compiere il passaggio dai taccuini preparatori al racconto (il Viaggio sul Reno e ne’ suoi contorni), l’odeporico di Pindemonte rimase interrotto, per motivi che chiamano in causa lo storno di materiali per altri progetti (il Viaggio poetico, la lettera-saggio al Signor Marchese Sagramoso Balì del Sacro Ordine Gerosolimitano, le odi repubblicane) e, soprattutto, il disincanto subentrato verso l’esperienza stessa del viaggio, che trova piena espressione nell’Abaritte.File | Dimensione | Formato | |
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