Questo contributo è frutto di una ricerca condotta negli Archivi Centrali di Stato a Roma, specificamente nel Fondo dedicato al Ministero dell’Interno. Sono stati selezionati i documenti, soprattutto informative siglate dal Capo della Polizia e Note ministeriali, spesso segretissime, che tratteggiano il profilo politico delle realtà associative e organizzative filo-italiane. Quali sono quelle maggiormente menzionate dalla corrispondenza del Ministero dell’Interno e come vengono descritte, soprattutto in termini di pericolosità? Qual è la rispettiva linea di condotta? Come si relazionano tra loro? Quale seguito vantano presso la popolazione giuliana? Sono solo alcuni dei quesiti ai quali i documenti rispondono. È un saggio, questo, che sembrerebbe ribaltare alcuni cliché, per esempio quello secondo cui i Governi italiani, dal ’45 al ’54, favorissero l’attività filo-italiana anche tra i gruppi di estrema destra giuliani. Senza confutare espressamente episodi che dimostrano questi legami, dai documenti del Ministero dell’Interno paiono essere sporadici e soprattutto discrepanti con la linea generale del Governo, che teme, piuttosto che scoraggiare, le organizzazioni filo-italiane estremiste e intransigenti. Le stesse realtà patriottiche italiane entrano in fasi di conflitto aperto e di reciproche accuse, di estremismo da una parte e di atteggiamento passivo dall’altra. Durante le congiunture più critiche per le sorti della Zona A, quando monta un sentimento di paura che rasenta e in alcuni casi abbraccia il nazionalismo, saranno i gruppi più oltranzisti a vantare un seguito più importante presso la popolazione giuliana. Infine, sempre secondo il Ministero dell’Interno, sono proprio questi ultimi a rappresentare il pericolo maggiore, più concreto e allarmante di quello delle omologhe slavo-comuniste.

Il sentimento nazionale italiano durante il periodo di occupazione alleata della Zona A (1945-1954) secondo l'Archivio del Ministero dell'Interno italiano

BUTTIGNON, IVAN
2014-01-01

Abstract

Questo contributo è frutto di una ricerca condotta negli Archivi Centrali di Stato a Roma, specificamente nel Fondo dedicato al Ministero dell’Interno. Sono stati selezionati i documenti, soprattutto informative siglate dal Capo della Polizia e Note ministeriali, spesso segretissime, che tratteggiano il profilo politico delle realtà associative e organizzative filo-italiane. Quali sono quelle maggiormente menzionate dalla corrispondenza del Ministero dell’Interno e come vengono descritte, soprattutto in termini di pericolosità? Qual è la rispettiva linea di condotta? Come si relazionano tra loro? Quale seguito vantano presso la popolazione giuliana? Sono solo alcuni dei quesiti ai quali i documenti rispondono. È un saggio, questo, che sembrerebbe ribaltare alcuni cliché, per esempio quello secondo cui i Governi italiani, dal ’45 al ’54, favorissero l’attività filo-italiana anche tra i gruppi di estrema destra giuliani. Senza confutare espressamente episodi che dimostrano questi legami, dai documenti del Ministero dell’Interno paiono essere sporadici e soprattutto discrepanti con la linea generale del Governo, che teme, piuttosto che scoraggiare, le organizzazioni filo-italiane estremiste e intransigenti. Le stesse realtà patriottiche italiane entrano in fasi di conflitto aperto e di reciproche accuse, di estremismo da una parte e di atteggiamento passivo dall’altra. Durante le congiunture più critiche per le sorti della Zona A, quando monta un sentimento di paura che rasenta e in alcuni casi abbraccia il nazionalismo, saranno i gruppi più oltranzisti a vantare un seguito più importante presso la popolazione giuliana. Infine, sempre secondo il Ministero dell’Interno, sono proprio questi ultimi a rappresentare il pericolo maggiore, più concreto e allarmante di quello delle omologhe slavo-comuniste.
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