Attraverso la rielaborazione dei dati delle indagini internazionali TIMSSa e PISAb, si mette in discussione l’idea, ampiamente diffusa nella ricerca educativa, che il nodo problematico della scuola italiana sia costituito dalla scuola media inferiore. In particolare si evidenzia che le recenti conclusioni di un rapporto della Fondazione Agnelli, secondo cui il livello delle conoscenze di matematica e scienze degli studenti italiani si ridurrebbe nel passaggio dal 4° grado all’8° grado di istruzione, sono del tutto infondate, oltre che concettualmente errate. Si evidenzia inoltre un elemento di possibile criticità per la scuola primaria: in particolare, alla luce del vantaggio relativo di cui godono gli studenti italiani attraverso una formazione pre-primaria di 3 anni a carattere quasi universale, ci sarebbe da attendersi delle performance ben al di sopra della media mondiale, cosa che invece non risulta dalle indagini TIMSS. Infine si sottolinea la forte correlazione tra corruzione, misurata dagli organismi internazionali, e livello di conoscenze di matematica a 15 anni secondo PISA, e se ne discute il possibile nesso di causa-effetto, alimentato purtroppo anche da politiche mal congegnate come quelle di incentivazione dell’Università, attualmente basate sul numero di iscritti e sul numero di esami sostenuti. La soluzione sta invece in politiche che pongano una crescente attenzione sui livelli di conoscenze-competenze effettivamente acquisiti in uscita e sui requisiti di accesso all’università, così da innescare una catena virtuosa “retroattiva” che dalle scuole medie superiori si propaghi alle medie inferiori, fino a raggiungere la scuola primaria.
Le indagini internazionali TIMSS e PISA: problemi di comparazione e alcune riflessioni più generali sulla scuola italiana
GORI, Enrico
2012-01-01
Abstract
Attraverso la rielaborazione dei dati delle indagini internazionali TIMSSa e PISAb, si mette in discussione l’idea, ampiamente diffusa nella ricerca educativa, che il nodo problematico della scuola italiana sia costituito dalla scuola media inferiore. In particolare si evidenzia che le recenti conclusioni di un rapporto della Fondazione Agnelli, secondo cui il livello delle conoscenze di matematica e scienze degli studenti italiani si ridurrebbe nel passaggio dal 4° grado all’8° grado di istruzione, sono del tutto infondate, oltre che concettualmente errate. Si evidenzia inoltre un elemento di possibile criticità per la scuola primaria: in particolare, alla luce del vantaggio relativo di cui godono gli studenti italiani attraverso una formazione pre-primaria di 3 anni a carattere quasi universale, ci sarebbe da attendersi delle performance ben al di sopra della media mondiale, cosa che invece non risulta dalle indagini TIMSS. Infine si sottolinea la forte correlazione tra corruzione, misurata dagli organismi internazionali, e livello di conoscenze di matematica a 15 anni secondo PISA, e se ne discute il possibile nesso di causa-effetto, alimentato purtroppo anche da politiche mal congegnate come quelle di incentivazione dell’Università, attualmente basate sul numero di iscritti e sul numero di esami sostenuti. La soluzione sta invece in politiche che pongano una crescente attenzione sui livelli di conoscenze-competenze effettivamente acquisiti in uscita e sui requisiti di accesso all’università, così da innescare una catena virtuosa “retroattiva” che dalle scuole medie superiori si propaghi alle medie inferiori, fino a raggiungere la scuola primaria.File | Dimensione | Formato | |
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