Il soccorso ha conosciuto nel più recente passato un’evoluzione significativa dalle originarie forme di assistenza o salvataggio di beni e vite in mare alle attuali attività di soccorso a navi che minacciano danni all’ambiente marino e costiero circostante. Il compenso, che ne rappresenta l’effetto più evidente e più influenzato dalle dinamiche secondo cui l’attività di soccorso viene prestata, si è mosso tradizionalmente secondo il principio del no cure no pay, formula ellittica che prevede l’assegnazione di una retribuzione (comprensiva del rimborso delle spese e del risarcimento subito dal soccorritore) solo in ipotesi di risultato utile delle operazioni di soccorso. Un’attività di soccorso, posta in essere in una situazione di accentuato pericolo, che ha comportato spese elevate e danni per il soccorritore stesso, ma che non ha prodotto un utile risultato, inteso come salvataggio della nave o del carico, non conferisce, secondo i criteri ordinari, né il rimborso delle spese sostenute né il risarcimento dei danni subiti, né un premio inteso come compenso vero e proprio. Tuttavia, la storia dei più recenti disastri in ambiente marino prodotti spesso da navi addette al traffico commerciale (petroliere, navi da carico, navi porta container , ha portato gli operatori del settore, le assicurazioni, gli armatori, a rimeditare l’intero impianto concettuale e normativo al fine di risolvere i problemi derivanti dall’attuazione così rigida del principio sopra indicato. Il presente scritto si propone di esaminare i profili evolutivi della materia, partendo dalla disciplina attuale che impone il riconoscimento normativo di un’indennità speciale di soccorso nell’ipotesi di minaccia di danno all’ambiente, evidenziando gli aspetti critici del sistema convenzionale, compreso il formulario SCOPIC. Analizza poi le più recenti istanze di riforma del sistema convenzionale Salvage 1989, i termini della proposta ISU, nonché le ulteriori istanze di modifica della Convenzione Salvage relative al soccorso di vite umane ed al soccorso di navi porta container . Analizza infine la casistica italiana sul recepimento della Convenzione Salvage 1989

Profili evolutivi del compenso per il soccorso in ambiente acqueo

SEVERONI, Cecilia
2014-01-01

Abstract

Il soccorso ha conosciuto nel più recente passato un’evoluzione significativa dalle originarie forme di assistenza o salvataggio di beni e vite in mare alle attuali attività di soccorso a navi che minacciano danni all’ambiente marino e costiero circostante. Il compenso, che ne rappresenta l’effetto più evidente e più influenzato dalle dinamiche secondo cui l’attività di soccorso viene prestata, si è mosso tradizionalmente secondo il principio del no cure no pay, formula ellittica che prevede l’assegnazione di una retribuzione (comprensiva del rimborso delle spese e del risarcimento subito dal soccorritore) solo in ipotesi di risultato utile delle operazioni di soccorso. Un’attività di soccorso, posta in essere in una situazione di accentuato pericolo, che ha comportato spese elevate e danni per il soccorritore stesso, ma che non ha prodotto un utile risultato, inteso come salvataggio della nave o del carico, non conferisce, secondo i criteri ordinari, né il rimborso delle spese sostenute né il risarcimento dei danni subiti, né un premio inteso come compenso vero e proprio. Tuttavia, la storia dei più recenti disastri in ambiente marino prodotti spesso da navi addette al traffico commerciale (petroliere, navi da carico, navi porta container , ha portato gli operatori del settore, le assicurazioni, gli armatori, a rimeditare l’intero impianto concettuale e normativo al fine di risolvere i problemi derivanti dall’attuazione così rigida del principio sopra indicato. Il presente scritto si propone di esaminare i profili evolutivi della materia, partendo dalla disciplina attuale che impone il riconoscimento normativo di un’indennità speciale di soccorso nell’ipotesi di minaccia di danno all’ambiente, evidenziando gli aspetti critici del sistema convenzionale, compreso il formulario SCOPIC. Analizza poi le più recenti istanze di riforma del sistema convenzionale Salvage 1989, i termini della proposta ISU, nonché le ulteriori istanze di modifica della Convenzione Salvage relative al soccorso di vite umane ed al soccorso di navi porta container . Analizza infine la casistica italiana sul recepimento della Convenzione Salvage 1989
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