In questo articolo viene dapprima sintetizzato il dibattito sviluppatosi in letteratura sul rapporto banca-impresa; quindi, dopo un sintetico richiamo al problema della definizione di piccola e media impresa (PMI), si propone una sintetica rassegna della letteratura sul tema della complessità, in generale e con specifico riferimento alle PMI; ci si sofferma poi sui contributi della dottrina e della ricerca empirica che , riconoscendo l'esistenza di PMI complesse, hanno riflettuto sulle implicazioni a livello finanziario e sul piano dei rapporti con il sistema bancario. Infine, si propone una definizione di PMI complessa e si individuano le dimensioni e le variabili lungo le quali valutare in concreto il grado di complessità di una PMI.

La tesi fondamentale di questo scritto è che esistono un numero significativo di piccole e medie imprese (Pmi) che, per struttura, strategie e ambiente competitivo di riferimento, possono essere definite complesse; tale complessità si riverbera nella funzione finanza e quindi sui fabbisogni finanziari, per soddisfare i quali esse si rivolgono alle banche. Queste, dal canto loro, si rivelano spesso inadeguate a soddisfare le esigenze finanziarie più sofisticate, in termini sia di prodotti, sia di servizi, espresse dalle Pmi complesse: per superare tale inadeguatezza potrebbero utilmente ricorrere al "grado di complessità" come variabile di segmentazione della clientela corporate. Dopo aver dedicato ampio spazio a una rassegna della letteratura in tema di rapporto banche - Pmi e di complessità, si giunge a proporre una definizione di Pmi complessa e un insieme di analisi e di variabili lungo le quali distinguere concretamente e operativamente le Pmi semplici da quelle complesse.

La complessità nelle piccole e medie imprese: quali implicazioni per il rapporto con le banche?

MINOJA, Mario
2005-01-01

Abstract

La tesi fondamentale di questo scritto è che esistono un numero significativo di piccole e medie imprese (Pmi) che, per struttura, strategie e ambiente competitivo di riferimento, possono essere definite complesse; tale complessità si riverbera nella funzione finanza e quindi sui fabbisogni finanziari, per soddisfare i quali esse si rivolgono alle banche. Queste, dal canto loro, si rivelano spesso inadeguate a soddisfare le esigenze finanziarie più sofisticate, in termini sia di prodotti, sia di servizi, espresse dalle Pmi complesse: per superare tale inadeguatezza potrebbero utilmente ricorrere al "grado di complessità" come variabile di segmentazione della clientela corporate. Dopo aver dedicato ampio spazio a una rassegna della letteratura in tema di rapporto banche - Pmi e di complessità, si giunge a proporre una definizione di Pmi complessa e un insieme di analisi e di variabili lungo le quali distinguere concretamente e operativamente le Pmi semplici da quelle complesse.
2005
In questo articolo viene dapprima sintetizzato il dibattito sviluppatosi in letteratura sul rapporto banca-impresa; quindi, dopo un sintetico richiamo al problema della definizione di piccola e media impresa (PMI), si propone una sintetica rassegna della letteratura sul tema della complessità, in generale e con specifico riferimento alle PMI; ci si sofferma poi sui contributi della dottrina e della ricerca empirica che , riconoscendo l'esistenza di PMI complesse, hanno riflettuto sulle implicazioni a livello finanziario e sul piano dei rapporti con il sistema bancario. Infine, si propone una definizione di PMI complessa e si individuano le dimensioni e le variabili lungo le quali valutare in concreto il grado di complessità di una PMI.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1103255
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