Il presente lavoro si propone di indagare la complessità del rapporto tra soggetto mitologico e drammaturgia sonora nel teatro musicale contemporaneo attraverso lo studio comparato di tre casi originali e significativi della produzione italiana: Cailles en sarcophages (1979-80) di Salvatore Sciarrino, opera in tre parti per voci, attori e orchestra da camera, Medea (2002) di Adriano Guarnieri, opera-video in tre parti per soli, coro, orchestra e live electronics; Antigone (2007) di Ivan Fedele, opera in sette quadri per soli, coro, orchestra e live electronics. Anche se scritte per contesti musicali e tecnologici differenti, le tre opere mostrano come il mito, per sua natura, risponda alle necessità propriamente musicali del teatro contemporaneo, che allontanandosi dalla ricerca di una musica pura inconciliabile con l’evento scenico (così come teorizzato nel pensiero della Scuola di Darmstadt) recupera il valore del messaggio musicale, inteso come prodotto di una partecipazione attiva dell’ascoltatore all’interno della struttura fortemente multidimensionale e polisemica dell’opera. L’analisi del rapporto tra testo e suono, la ricostruzione dei processi compositivi, la nuova concezione dello spazio e del tempo (enfatizzata in Guarnieri e Fedele dall’impiego del live electronics), lo studio della vocalità utilizzata in ogni singola opera tracciano una fisionomia del teatro musicale contemporaneo evidenziando la persistenza di problematiche comuni. All’interno di una concezione teatrale distante dalla tradizione del melodramma ottocentesco la parola rinuncia alla sua impossibile centralità e alla pretesa di spiegare il mondo. Il linguaggio è elemento oscuro e ambiguo che si lega al mito per rappresentare, attraverso l’uso del simbolo, la complessità della percezione. L’opera non è portatrice di un messaggio, di una verità, poiché molteplici sono le prospettive di senso che si riflettono sulla struttura stessa del racconto e della costruzione musicale, nella sovrapposizione di strati narrativi diversi, nella costruzione a partire da frammenti di storia e di senso o da archetipi espressivi, nella polifonia della scrittura intesa nel senso più ampio del termine. Pur affrontando problemi simili, la differente declinazione del complesso rapporto tra mito e teatro musicale negli autori presi in esame rispecchia la singolarità di tre personalità artistiche distinte. L’attualità del mito nel teatro musicale di Sciarrino e Guarnieri si fonda essenzialmente sulla differenza fra dramma inteso come mimesi e drammaturgia sonora, concezione quest'ultima che implica la necessità per lo spettatore di orientarsi autonomamente. L’opera di Fedele resta invece legata alla forma classica conservandone l’impianto drammaturgico ma interpretando la tragedia come luogo da reinventare e reinterpretare affinchè i significati vi acquistino maggiore forza
Il mito nella drammaturgia sonora del teatro musicale contemporaneo. (Analisi comparata di tre casi: "Cailles en sarcophages" di Salvatore Sciarrino, "Medea" di Adriano Guarnieri, "Antigone" di Ivan Fedele) / Daniela Terranova - Udine. , 2015 Jun 09. 26. ciclo
Il mito nella drammaturgia sonora del teatro musicale contemporaneo. (Analisi comparata di tre casi: "Cailles en sarcophages" di Salvatore Sciarrino, "Medea" di Adriano Guarnieri, "Antigone" di Ivan Fedele)
TERRANOVA, DANIELA
2015-06-09
Abstract
Il presente lavoro si propone di indagare la complessità del rapporto tra soggetto mitologico e drammaturgia sonora nel teatro musicale contemporaneo attraverso lo studio comparato di tre casi originali e significativi della produzione italiana: Cailles en sarcophages (1979-80) di Salvatore Sciarrino, opera in tre parti per voci, attori e orchestra da camera, Medea (2002) di Adriano Guarnieri, opera-video in tre parti per soli, coro, orchestra e live electronics; Antigone (2007) di Ivan Fedele, opera in sette quadri per soli, coro, orchestra e live electronics. Anche se scritte per contesti musicali e tecnologici differenti, le tre opere mostrano come il mito, per sua natura, risponda alle necessità propriamente musicali del teatro contemporaneo, che allontanandosi dalla ricerca di una musica pura inconciliabile con l’evento scenico (così come teorizzato nel pensiero della Scuola di Darmstadt) recupera il valore del messaggio musicale, inteso come prodotto di una partecipazione attiva dell’ascoltatore all’interno della struttura fortemente multidimensionale e polisemica dell’opera. L’analisi del rapporto tra testo e suono, la ricostruzione dei processi compositivi, la nuova concezione dello spazio e del tempo (enfatizzata in Guarnieri e Fedele dall’impiego del live electronics), lo studio della vocalità utilizzata in ogni singola opera tracciano una fisionomia del teatro musicale contemporaneo evidenziando la persistenza di problematiche comuni. All’interno di una concezione teatrale distante dalla tradizione del melodramma ottocentesco la parola rinuncia alla sua impossibile centralità e alla pretesa di spiegare il mondo. Il linguaggio è elemento oscuro e ambiguo che si lega al mito per rappresentare, attraverso l’uso del simbolo, la complessità della percezione. L’opera non è portatrice di un messaggio, di una verità, poiché molteplici sono le prospettive di senso che si riflettono sulla struttura stessa del racconto e della costruzione musicale, nella sovrapposizione di strati narrativi diversi, nella costruzione a partire da frammenti di storia e di senso o da archetipi espressivi, nella polifonia della scrittura intesa nel senso più ampio del termine. Pur affrontando problemi simili, la differente declinazione del complesso rapporto tra mito e teatro musicale negli autori presi in esame rispecchia la singolarità di tre personalità artistiche distinte. L’attualità del mito nel teatro musicale di Sciarrino e Guarnieri si fonda essenzialmente sulla differenza fra dramma inteso come mimesi e drammaturgia sonora, concezione quest'ultima che implica la necessità per lo spettatore di orientarsi autonomamente. L’opera di Fedele resta invece legata alla forma classica conservandone l’impianto drammaturgico ma interpretando la tragedia come luogo da reinventare e reinterpretare affinchè i significati vi acquistino maggiore forzaFile | Dimensione | Formato | |
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