INTRODUZIONE: La nutrizione è uno degli elementi chiave tra le strategie salvavita per i pazienti ricoverati nelle Unità di Terapia Intensiva (UTI). Un appropriato screening nutrizionale e il calcolo del fabbisogno energetico sono presupposti fondamentali per la prescrizione dietetica. L’obiettivo dello studio è indagare le modalità di valutazione e prescrizione nutrizionale nei pazienti critici all’interno dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine. MATERIALI E METODI: Le cartelle dei pazienti ammessi in UTI dal 1.10.16 al 31.03.17 sono state valutate da medici formati ad hoc rispetto a: caratteristiche dei pazienti, screening nutrizionale (altezza, peso, BMI), fabbisogno energetico, tipo di nutrizione clinica -parenterale (NP), enterale (NE) o os- associazione vitaminica a NP. Gli outcomes valutati sono stati durata della degenza e mortalità. RISULTATI: Sono state analizzate 426 cartelle cliniche: l’età media dei pazienti è di 61 anni, SAPS (Simplified Acute Physiology Score) medio all’ingresso di 44.9 ± 19.3 (min 3; max 152); 172 (40,4%) erano pazienti medici e 254 chirurgici (59,6%), di cui 145 (57,1%) urgenti. Uno screening nutrizionale parziale (peso+altezza) è stato effettuato per il 38,7% (165) dei pazienti, completo di BMI per il 12,4% (53); per un solo soggetto si è calcolato il fabbisogno energetico. Una nutrizione artificiale è stata prescritta a 271 pazienti (63,6%) in totale, di cui 132 NP e 139 NE, nel 9.2% (39) dei casi NP e NE associate; la dieta per os era co-prescritta al 21,6% delle NP e all’11,3% delle NE. Le vitamine sono state prescritte in associazione a NP solo nel 62% dei casi. Le mortalità in UTI e ospedaliera non variano significativamente con il tipo di nutrizione, mentre la durata del ricovero in UTI risulta maggiore quando prescritta NP: 8,3 vs 4,1 giorni (p<0.0001). CONCLUSIONI: La quota di pazienti sottoposti a nutrizione artificiale è rilevante sul totale dei pazienti ricoverati in setting intensivo. La prescrizione vitaminica, supplementazione necessaria in caso di NP, risulta ancora carente. Lo screening nutrizionale e il calcolo del fabbisogno energetico risultano essere aspetti da migliorare nella valutazione del paziente critico, visto anche il possibile ruolo che questo aspetto può rivestire in termini di prolungamento della degenza e costi associati.
La nutrizione clinica nei pazienti in terapia intensiva. Risultati di uno studio osservazionale prospettico.
Brunelli L
;Battistella C;Parpinel M
;Brusaferro S
2017-01-01
Abstract
INTRODUZIONE: La nutrizione è uno degli elementi chiave tra le strategie salvavita per i pazienti ricoverati nelle Unità di Terapia Intensiva (UTI). Un appropriato screening nutrizionale e il calcolo del fabbisogno energetico sono presupposti fondamentali per la prescrizione dietetica. L’obiettivo dello studio è indagare le modalità di valutazione e prescrizione nutrizionale nei pazienti critici all’interno dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine. MATERIALI E METODI: Le cartelle dei pazienti ammessi in UTI dal 1.10.16 al 31.03.17 sono state valutate da medici formati ad hoc rispetto a: caratteristiche dei pazienti, screening nutrizionale (altezza, peso, BMI), fabbisogno energetico, tipo di nutrizione clinica -parenterale (NP), enterale (NE) o os- associazione vitaminica a NP. Gli outcomes valutati sono stati durata della degenza e mortalità. RISULTATI: Sono state analizzate 426 cartelle cliniche: l’età media dei pazienti è di 61 anni, SAPS (Simplified Acute Physiology Score) medio all’ingresso di 44.9 ± 19.3 (min 3; max 152); 172 (40,4%) erano pazienti medici e 254 chirurgici (59,6%), di cui 145 (57,1%) urgenti. Uno screening nutrizionale parziale (peso+altezza) è stato effettuato per il 38,7% (165) dei pazienti, completo di BMI per il 12,4% (53); per un solo soggetto si è calcolato il fabbisogno energetico. Una nutrizione artificiale è stata prescritta a 271 pazienti (63,6%) in totale, di cui 132 NP e 139 NE, nel 9.2% (39) dei casi NP e NE associate; la dieta per os era co-prescritta al 21,6% delle NP e all’11,3% delle NE. Le vitamine sono state prescritte in associazione a NP solo nel 62% dei casi. Le mortalità in UTI e ospedaliera non variano significativamente con il tipo di nutrizione, mentre la durata del ricovero in UTI risulta maggiore quando prescritta NP: 8,3 vs 4,1 giorni (p<0.0001). CONCLUSIONI: La quota di pazienti sottoposti a nutrizione artificiale è rilevante sul totale dei pazienti ricoverati in setting intensivo. La prescrizione vitaminica, supplementazione necessaria in caso di NP, risulta ancora carente. Lo screening nutrizionale e il calcolo del fabbisogno energetico risultano essere aspetti da migliorare nella valutazione del paziente critico, visto anche il possibile ruolo che questo aspetto può rivestire in termini di prolungamento della degenza e costi associati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.