Lo scritto attiene al caso Gazprom, prendendo in considerazione non solo la sentenza della Corte di giustizia, ma l’intero contenzioso da cui questa trae origine. L’Autore svolge, anzitutto, un’analisi critica dell’“anti-suit award”, con cui gli arbitri hanno ordinato alla controparte di Gazprom di rinunciare ad alcune domande proposte innanzi ai giudici lituani, per poi esaminare la sentenza della Corte di giustizia, ove si è stabilito che il Reg. 44/2001 non preclude al giudice di uno Stato membro di riconoscere e conferire l’exequatur (o meno) a un lodo arbitrale, che proibisce a una parte di proporre determinate domande davanti al giudice di uno Stato membro. L’Autore rileva che la decisione si fonda su due differenti rationes decidendi. La prima concerne l’ambito di operatività del principio di mutua fiducia, che attiene ai soli rapporti tra giudici di Stati membri diversi e non anche ai rapporti tra giudici statali e arbitri. La seconda (più pragmatica e, ad avviso dell’Autore, preferibile) valorizza le differenze fra un’anti-suit injunction emanata da un giudice statale (precipuo oggetto della sentenza West Tankers), la cui attuazione è assicurata dal contempt of court, e un “anti-suit award”, la cui effettività, invece, non è in alcun modo garantita.
Il caso Gazprom: uno scontro transfrontaliero tra giudici statali e arbitri sullo sfondo della guerra per il prezzo del gas in Lituania
Penasa Luca
2015-01-01
Abstract
Lo scritto attiene al caso Gazprom, prendendo in considerazione non solo la sentenza della Corte di giustizia, ma l’intero contenzioso da cui questa trae origine. L’Autore svolge, anzitutto, un’analisi critica dell’“anti-suit award”, con cui gli arbitri hanno ordinato alla controparte di Gazprom di rinunciare ad alcune domande proposte innanzi ai giudici lituani, per poi esaminare la sentenza della Corte di giustizia, ove si è stabilito che il Reg. 44/2001 non preclude al giudice di uno Stato membro di riconoscere e conferire l’exequatur (o meno) a un lodo arbitrale, che proibisce a una parte di proporre determinate domande davanti al giudice di uno Stato membro. L’Autore rileva che la decisione si fonda su due differenti rationes decidendi. La prima concerne l’ambito di operatività del principio di mutua fiducia, che attiene ai soli rapporti tra giudici di Stati membri diversi e non anche ai rapporti tra giudici statali e arbitri. La seconda (più pragmatica e, ad avviso dell’Autore, preferibile) valorizza le differenze fra un’anti-suit injunction emanata da un giudice statale (precipuo oggetto della sentenza West Tankers), la cui attuazione è assicurata dal contempt of court, e un “anti-suit award”, la cui effettività, invece, non è in alcun modo garantita.File | Dimensione | Formato | |
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L. Penasa, in Int'l lis, 2015, 142-153.pdf
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