Il saggio proposto intende affrontare il contesto relativo alla storia della video arte in Italia negli anni Settanta approfondendo i contesti di produzione ed esposizione delle opere prodotte attraverso, in particolar modo, le attività dei centri di produzione privati e pubblici diffusi sul territorio italiano (Videobelisco A.V.R., art/tapes/22, Centro Video Arte, Studio 970/2, galleria del Cavallino). Questi centri, dati i costi inaccessibili dei dispositivi di registrazione, così come la necessità di disporre di competenze tecniche specifiche, sono di fondamentale importanza per consentire agli artisti la sperimentazione con il nuovo dispositivo di registrazione. Sono inoltre quest’ultimi a prendersi carico in molti casi della distribuzione delle opere in contesti espositivi e rassegne in Italia e all’estero e a contribuire, insieme ad alcuni critici d’arte, alle prime teorizzazioni sull’uso del nuovo dispositivo in ambito artistico. Saranno analizzate in conclusione alcune delle cause della fine di queste esperienze nel passaggio dagli anni Settanta agli Ottanta, quando cambieranno i sistemi di produzione, così come i contesti espositivi, per lo più festival dedicati.

Video Arte in Italia anni Settanta. Produzioni, esposizioni, teorie

Lisa Parolo
2019-01-01

Abstract

Il saggio proposto intende affrontare il contesto relativo alla storia della video arte in Italia negli anni Settanta approfondendo i contesti di produzione ed esposizione delle opere prodotte attraverso, in particolar modo, le attività dei centri di produzione privati e pubblici diffusi sul territorio italiano (Videobelisco A.V.R., art/tapes/22, Centro Video Arte, Studio 970/2, galleria del Cavallino). Questi centri, dati i costi inaccessibili dei dispositivi di registrazione, così come la necessità di disporre di competenze tecniche specifiche, sono di fondamentale importanza per consentire agli artisti la sperimentazione con il nuovo dispositivo di registrazione. Sono inoltre quest’ultimi a prendersi carico in molti casi della distribuzione delle opere in contesti espositivi e rassegne in Italia e all’estero e a contribuire, insieme ad alcuni critici d’arte, alle prime teorizzazioni sull’uso del nuovo dispositivo in ambito artistico. Saranno analizzate in conclusione alcune delle cause della fine di queste esperienze nel passaggio dagli anni Settanta agli Ottanta, quando cambieranno i sistemi di produzione, così come i contesti espositivi, per lo più festival dedicati.
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