La Cassazione conferma la decisione con la quale il datore di lavoro era stato condannato al risarcimento del danno non patrimoniale per aver dileggiato quotidianamente un dipendente, alludendo al suo orientamento sessuale con termini offensivi. Il caso presenta tre profili sui quali merita riflettere: le possibili qualificazioni del fatto illecito e i loro risvolti processuali; l’uso delle presunzioni per il risarcimento del danno non patrimoniale; la valutazione equitativa del danno non patrimoniale da lesione della dignità del lavoratore. L’analisi critica della decisione intende mettere in luce i limiti del Codice civile e valorizzare le norme contro le molestie sul posto di lavoro. The Italian Corte di Cassazione confirms that an employer has to pay the compensation for non-pecuniary losses for having teased an employee every day, referring to his sexual orientation with offensive terms. We will reflect on three different profiles of the case: the possible qualifications of the tort and their procedural implications; the use of presumptions to compensate non-pecuniary losses; the equitable estimate of non-pecuniary losses caused by violation of worker’s dignity. The critical analysis of the decision aims to highlight the limits of Italian Civil Code and to emphasize the usefulness of the rules against the harassment at workplace.

La molestia verbale viola la dignità della persona che lavora

Francesco Bilotta
2019-01-01

Abstract

La Cassazione conferma la decisione con la quale il datore di lavoro era stato condannato al risarcimento del danno non patrimoniale per aver dileggiato quotidianamente un dipendente, alludendo al suo orientamento sessuale con termini offensivi. Il caso presenta tre profili sui quali merita riflettere: le possibili qualificazioni del fatto illecito e i loro risvolti processuali; l’uso delle presunzioni per il risarcimento del danno non patrimoniale; la valutazione equitativa del danno non patrimoniale da lesione della dignità del lavoratore. L’analisi critica della decisione intende mettere in luce i limiti del Codice civile e valorizzare le norme contro le molestie sul posto di lavoro. The Italian Corte di Cassazione confirms that an employer has to pay the compensation for non-pecuniary losses for having teased an employee every day, referring to his sexual orientation with offensive terms. We will reflect on three different profiles of the case: the possible qualifications of the tort and their procedural implications; the use of presumptions to compensate non-pecuniary losses; the equitable estimate of non-pecuniary losses caused by violation of worker’s dignity. The critical analysis of the decision aims to highlight the limits of Italian Civil Code and to emphasize the usefulness of the rules against the harassment at workplace.
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