Il saggio intende proporre un’analisi del romanzo epistolare italiano di fine Settecento attraverso l’esempio emblematico del libro incompiuto di Carlo Botta, Per questi dilettosi monti (1796), ritrovato e pubblicato per la prima volta da Luca Badini Confalonieri nel 1986. Specie se messo a confronto con altri esperimenti letterari coevi (come Il sepolcro su la montagna di Giambattista Giovio, 1796) che fanno riferimento a una medesima cornice ideologica di matrice rousseuiana, il romanzo di Botta si presenta come un originale tentativo di riprendere il discorso contraddittorio de La Nouvelle Héloïse riguardo al contrasto insanabile fra natura e civiltà, passione e ragione, anche se la sua forma incompiuta permette di formulare solo delle ipotesi sugli esiti di un intreccio narrativo costruito su una serie di prolessi e allusioni intertestuali. Da un punto di vista strutturale, tuttavia, sembra di poter affermare che il libro di Botta rappresenta una ulteriore conferma dell’evoluzione della forma epistolare in scrittura dell’io che contraddistingue il romanzo del Tournant des Lumières, anche in virtù della grande influenza del Werther di Goethe.

Il romanzo delle passioni in Italia nel «Tournant des Lumières»

Contarini, Silvia
2019-01-01

Abstract

Il saggio intende proporre un’analisi del romanzo epistolare italiano di fine Settecento attraverso l’esempio emblematico del libro incompiuto di Carlo Botta, Per questi dilettosi monti (1796), ritrovato e pubblicato per la prima volta da Luca Badini Confalonieri nel 1986. Specie se messo a confronto con altri esperimenti letterari coevi (come Il sepolcro su la montagna di Giambattista Giovio, 1796) che fanno riferimento a una medesima cornice ideologica di matrice rousseuiana, il romanzo di Botta si presenta come un originale tentativo di riprendere il discorso contraddittorio de La Nouvelle Héloïse riguardo al contrasto insanabile fra natura e civiltà, passione e ragione, anche se la sua forma incompiuta permette di formulare solo delle ipotesi sugli esiti di un intreccio narrativo costruito su una serie di prolessi e allusioni intertestuali. Da un punto di vista strutturale, tuttavia, sembra di poter affermare che il libro di Botta rappresenta una ulteriore conferma dell’evoluzione della forma epistolare in scrittura dell’io che contraddistingue il romanzo del Tournant des Lumières, anche in virtù della grande influenza del Werther di Goethe.
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