L'articolo torna sulla "Lettera Apostolica" di argomento dantesco, "Altissimi cantus", licenziata da Paolo VI il 7 dicembre 1965, ne ripercorre le vicende dell'elaborazione,in continuità col ‘recupero’ del poeta fiorentino alla tradizione cattolica avviato da Leone XIII e Benedetto XV; e ne indaga il significato alla luce del dantismo di papa Montini e la novità davvero distintiva nel panorama degli studi cattolici su Dante. Che consiste nel riconoscimento della Filologia, reso esplicito peraltro con l’istituzione, annunciata solennemente ai paragrafi 7 e 57, di una Cattedra dantesca presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Milano.
Per l’«Altissimi cantus» di Paolo VI
Renzo Rabboni
2020-01-01
Abstract
L'articolo torna sulla "Lettera Apostolica" di argomento dantesco, "Altissimi cantus", licenziata da Paolo VI il 7 dicembre 1965, ne ripercorre le vicende dell'elaborazione,in continuità col ‘recupero’ del poeta fiorentino alla tradizione cattolica avviato da Leone XIII e Benedetto XV; e ne indaga il significato alla luce del dantismo di papa Montini e la novità davvero distintiva nel panorama degli studi cattolici su Dante. Che consiste nel riconoscimento della Filologia, reso esplicito peraltro con l’istituzione, annunciata solennemente ai paragrafi 7 e 57, di una Cattedra dantesca presso l’Università Cattolica del Sacro cuore di Milano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.