La rilevanza educativa della “narrazione esperienziale” è ormai riconosciuta e dibattuta da diversi autori nell’ambito delle scienze dell’educazione. Si tratta della narrazione attraverso la quale si vuole rappresentare e comunicare l’esperienza vissuta, con diversi scopi che vanno dalla “costruzione del significato” alla “condivisione dei valori.” Le azioni attraverso cui questa narrazione si esplica consistono, in sintesi, nell’ attingere nella memoria il ricordo dell’esperienza vissuta, per poi rappresentarlo attraverso il racconto. Tuttavia esisterebbero particolari modalità (esemplificate, tra l’altro, da stili letterari) capaci di rendere più efficace questa narrazione. Nell’articolo si parla in particolare di diverse possibilità con riferimento al modo di intendere e “evocare” la memoria dell’esperienza vissuta, memoria che costituisce il contenuto della narrazione esperienziale stessa. Traendo esempi dalla letteratura narrativa (in particolare il tema della “memoria involontaria” di Marcel Proust), si mostra come essi trovino delle corrispondenze in alcune teorie neuropsicologiche (in particolare quelle di Gerald Edelman e Antonio Damasio), che suggeriscono l’ipotesi che le suddette forme di narrazione siano particolarmente coinvolgenti ed efficaci, perché sarebbero congrue con alcuni meccanismi della psiche umana, che qui vengono riassunti nel concetto euristico di “verità della mente”.

Narrazione esperienziale, memoria e “verità della mente”, tra scienze dell’educazione, letteratura e neuropsicologia.

paolone anselmo roberto
2019-01-01

Abstract

La rilevanza educativa della “narrazione esperienziale” è ormai riconosciuta e dibattuta da diversi autori nell’ambito delle scienze dell’educazione. Si tratta della narrazione attraverso la quale si vuole rappresentare e comunicare l’esperienza vissuta, con diversi scopi che vanno dalla “costruzione del significato” alla “condivisione dei valori.” Le azioni attraverso cui questa narrazione si esplica consistono, in sintesi, nell’ attingere nella memoria il ricordo dell’esperienza vissuta, per poi rappresentarlo attraverso il racconto. Tuttavia esisterebbero particolari modalità (esemplificate, tra l’altro, da stili letterari) capaci di rendere più efficace questa narrazione. Nell’articolo si parla in particolare di diverse possibilità con riferimento al modo di intendere e “evocare” la memoria dell’esperienza vissuta, memoria che costituisce il contenuto della narrazione esperienziale stessa. Traendo esempi dalla letteratura narrativa (in particolare il tema della “memoria involontaria” di Marcel Proust), si mostra come essi trovino delle corrispondenze in alcune teorie neuropsicologiche (in particolare quelle di Gerald Edelman e Antonio Damasio), che suggeriscono l’ipotesi che le suddette forme di narrazione siano particolarmente coinvolgenti ed efficaci, perché sarebbero congrue con alcuni meccanismi della psiche umana, che qui vengono riassunti nel concetto euristico di “verità della mente”.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1194699
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