Ultima grande collezione d’arte della Serenissima alla fine del Settecento, la galleria Manfrin divenne presto meta obbligata per artisti, dilettanti e viaggiatori sino a Ottocento inoltrato, come testimoniato dagli scrittori del tempo, da Giannantonio Moschini a Francesco Zanotto. La storiografia ha considerato soprattutto il nucleo della pinacoteca voluta da Girolamo Manfrin, mentre minore attenzione è stata sinora dedicata alla collezione di stampe e alla biblioteca, arricchita anche dalle acquisizioni di Pietro Manfrin, figlio ed erede di Girolamo. Nuovi documenti d’archivio consentono ora di esplorare in dettaglio la consistenza di tali nuclei, esaminandoli sia nel più ampio contesto del collezionismo grafico e librario nell’epoca compresa tra la caduta della Repubblica veneziana e il dominio asburgico, sia nella loro relazione con la rinomata galleria di pitture.

Libri e stampe di casa Manfrin a Venezia tra Sette e Ottocento. Prime considerazioni

BOREAN, Linda
2020-01-01

Abstract

Ultima grande collezione d’arte della Serenissima alla fine del Settecento, la galleria Manfrin divenne presto meta obbligata per artisti, dilettanti e viaggiatori sino a Ottocento inoltrato, come testimoniato dagli scrittori del tempo, da Giannantonio Moschini a Francesco Zanotto. La storiografia ha considerato soprattutto il nucleo della pinacoteca voluta da Girolamo Manfrin, mentre minore attenzione è stata sinora dedicata alla collezione di stampe e alla biblioteca, arricchita anche dalle acquisizioni di Pietro Manfrin, figlio ed erede di Girolamo. Nuovi documenti d’archivio consentono ora di esplorare in dettaglio la consistenza di tali nuclei, esaminandoli sia nel più ampio contesto del collezionismo grafico e librario nell’epoca compresa tra la caduta della Repubblica veneziana e il dominio asburgico, sia nella loro relazione con la rinomata galleria di pitture.
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