Il contributo analizza l’influenza della ricerca artistica d’avanguardia sull'allestimento della “Mostra di Leonardo da Vinci”, accolta nel Palazzo dell’Arte a Milano da maggio a ottobre del 1939. Con la guida illuminata del curatore Giuseppe Pagano, un nutrito gruppo di architetti – BBPR, Bianchetti e Pea, Figini e Pollini, Agnoldomenico Pica, Giulio Minoletti e Renato Camus, Carlo Enrico Rava, e molti altri ¬– offre un’interpretazione originale – «al di fuori della storia del costume», per usare le parole del curatore –, del lavoro leonardesco appoggiandosi ad alcune importanti ricerche condotte in ambito nazionale e internazionale: dalla Metafisica al Cubismo, dal ready-made dadaista all’Astrattismo. Imprescindibile, nella sezione della “Meccanica”, animata da più di 60 ricostruzioni di congegni leonardeschi, anche una riflessione sull’“estetica della macchina” e sulle sue implicazioni per la ricerca architettonica e artistica contemporanea. Infine, la “Mostra di Leonardo” porta alla luce i nodi critici sui quali si concentrerà la riforma museografica postbellica, che troverà nella relazione con le arti uno dei suoi assi portanti.

«L’inflessibile dovere di salvar Leonardo». Gli architetti e l’arte moderna come paradigma interpretativo per la mostra Leonardesca 1939

Orietta Lanzarini
2020-01-01

Abstract

Il contributo analizza l’influenza della ricerca artistica d’avanguardia sull'allestimento della “Mostra di Leonardo da Vinci”, accolta nel Palazzo dell’Arte a Milano da maggio a ottobre del 1939. Con la guida illuminata del curatore Giuseppe Pagano, un nutrito gruppo di architetti – BBPR, Bianchetti e Pea, Figini e Pollini, Agnoldomenico Pica, Giulio Minoletti e Renato Camus, Carlo Enrico Rava, e molti altri ¬– offre un’interpretazione originale – «al di fuori della storia del costume», per usare le parole del curatore –, del lavoro leonardesco appoggiandosi ad alcune importanti ricerche condotte in ambito nazionale e internazionale: dalla Metafisica al Cubismo, dal ready-made dadaista all’Astrattismo. Imprescindibile, nella sezione della “Meccanica”, animata da più di 60 ricostruzioni di congegni leonardeschi, anche una riflessione sull’“estetica della macchina” e sulle sue implicazioni per la ricerca architettonica e artistica contemporanea. Infine, la “Mostra di Leonardo” porta alla luce i nodi critici sui quali si concentrerà la riforma museografica postbellica, che troverà nella relazione con le arti uno dei suoi assi portanti.
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