Il caso di Rat (La guerra, Veliko Bulajić, 1960) è istruttivo per osservare la cultura cinematografica durante la Guerra Fredda, al di là del binarismo USA/URSS. Il film prodotto dalla Jadran Film in Croazia, a partire da una sceneggiatura di Cesare Zavattini, cristallizza questioni cruciali del periodo. Sul piano ideologico, il film esemplifica le posizioni del movimento dei Paesi non allineati, il pacifismo progressista e la paura della minaccia nucleare, da entrambi i lati della Cortina di ferro. Sul piano delle politiche culturali, il film offre l’opportunità di indagare il funzionamento di reti artistiche e politiche transnazionali, indipendenti dalla politica dei blocchi. Da un’ottica cinematografica. La guerra evidenzia la funzione mediatrice e modellizzante di uno stile cinematografico – il neorealismo – tra sfera transatlantica e socialista, e il suo declino dalla metà degli anni ’50. Attraverso i documenti dell’Archivio Cesare Zavattini e in una prospettiva di storia congiunturale, il saggio esamina peculiarità e rilevanza di questo episodio trascurato nelle relazioni cinematografiche italo-jugoslave.

“T’amo, o pio bove...” Pacifismo internazionalista, stili transnazionali e strategie produttive. Il caso di Rat (La guerra, V. Bulajić, 1960)

Francesco Pitassio
2021-01-01

Abstract

Il caso di Rat (La guerra, Veliko Bulajić, 1960) è istruttivo per osservare la cultura cinematografica durante la Guerra Fredda, al di là del binarismo USA/URSS. Il film prodotto dalla Jadran Film in Croazia, a partire da una sceneggiatura di Cesare Zavattini, cristallizza questioni cruciali del periodo. Sul piano ideologico, il film esemplifica le posizioni del movimento dei Paesi non allineati, il pacifismo progressista e la paura della minaccia nucleare, da entrambi i lati della Cortina di ferro. Sul piano delle politiche culturali, il film offre l’opportunità di indagare il funzionamento di reti artistiche e politiche transnazionali, indipendenti dalla politica dei blocchi. Da un’ottica cinematografica. La guerra evidenzia la funzione mediatrice e modellizzante di uno stile cinematografico – il neorealismo – tra sfera transatlantica e socialista, e il suo declino dalla metà degli anni ’50. Attraverso i documenti dell’Archivio Cesare Zavattini e in una prospettiva di storia congiunturale, il saggio esamina peculiarità e rilevanza di questo episodio trascurato nelle relazioni cinematografiche italo-jugoslave.
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