Dal principio degli anni Cinquanta e fino alla fine degli anni Settanta del Novecento, l’architettura scolastica nel Cantone Ticino è stata al centro di un vasto programma di rinnovamento rappresentando un banco di prova ed un campo di azione privilegiato per un’intera generazione di giovani architetti. Questi – anche grazie alla sempre più diffusa pratica del concorso – erano pronti a confrontarsi su un tema progettuale che richiedeva e sollecitava nuove soluzioni e offriva, proprio dal punto di vista architettonico ed espressivo, ampio margine di applicazione e sperimentazione. Quello che si configura e prende progressivamente forma è un contesto a vocazione interdisciplinare, in cui gli interlocutori sono politici, igienisti, pedagoghi, educatori, psicologi dell’infanzia, e nel quale agli architetti è affidato il compito di rispondere attraverso la pratica del progetto ai bisogni didattici e comunitari facendosi carico di immaginare e costruire spazi di nuova concezione in cui sono i caratteri della moderna architettura ad essere declinati e impiegati nella realizzazione del nuovo programma scolastico. Uno studio articolato e complesso come quello connesso all’architettura scolastica, ci dà la possibilità di guardare all’architettura nel Cantone Ticino da un’angolazione certamente parziale ma allo stesso tempo, proprio per questa sua complessità, capace di inserirla all’interno del contesto internazionale, individuandone modelli di riferimento e originalità dei singoli apporti. Architetture per diversi aspetti esemplari sia per la straordinaria qualità funzionale, spaziale, strutturale e costruttiva, sia per la capacità di interpretare e declinare quelle nuove istanze didattiche e pedagogiche che si andavano affermando anche nel piccolo Cantone di lingua italiana.

Architettura e pedagogia. Cantone Ticino 1945-1980

Matteo Iannello
Primo
2022-01-01

Abstract

Dal principio degli anni Cinquanta e fino alla fine degli anni Settanta del Novecento, l’architettura scolastica nel Cantone Ticino è stata al centro di un vasto programma di rinnovamento rappresentando un banco di prova ed un campo di azione privilegiato per un’intera generazione di giovani architetti. Questi – anche grazie alla sempre più diffusa pratica del concorso – erano pronti a confrontarsi su un tema progettuale che richiedeva e sollecitava nuove soluzioni e offriva, proprio dal punto di vista architettonico ed espressivo, ampio margine di applicazione e sperimentazione. Quello che si configura e prende progressivamente forma è un contesto a vocazione interdisciplinare, in cui gli interlocutori sono politici, igienisti, pedagoghi, educatori, psicologi dell’infanzia, e nel quale agli architetti è affidato il compito di rispondere attraverso la pratica del progetto ai bisogni didattici e comunitari facendosi carico di immaginare e costruire spazi di nuova concezione in cui sono i caratteri della moderna architettura ad essere declinati e impiegati nella realizzazione del nuovo programma scolastico. Uno studio articolato e complesso come quello connesso all’architettura scolastica, ci dà la possibilità di guardare all’architettura nel Cantone Ticino da un’angolazione certamente parziale ma allo stesso tempo, proprio per questa sua complessità, capace di inserirla all’interno del contesto internazionale, individuandone modelli di riferimento e originalità dei singoli apporti. Architetture per diversi aspetti esemplari sia per la straordinaria qualità funzionale, spaziale, strutturale e costruttiva, sia per la capacità di interpretare e declinare quelle nuove istanze didattiche e pedagogiche che si andavano affermando anche nel piccolo Cantone di lingua italiana.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1224712
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact