Flourished during the Renaissance, the artists’ interest in anatomic science has always underpinned the human desire to get to know their own nature, penetrating its most secret parts, hidden behind the mere epidermal surface. As part of this complex reciprocity – which marks the relationship between Art and Science –, artistic or aesthetic anatomy officially became established in Italy with the creation of a specific chair at the Academies of Fine Arts at the turn of 18th and 19th centuries. Through the comparative study of corpse dissection, classical sculpture and alive bodies, this discipline was chiefly led by physicians who had to possess good skills in the fields of art and drawing, besides precise technical-scientific expertise. Although teaching usually exploited the most recent discoveries and updated analysis and visualization tools, the pedagogy aimed at the representation of the human body didn’t undergo any substantial change up to the threshold of contemporaneity, when the emerging of physiology studies marked the stepping in of the photographic medium and of some pre-cinematographic devices, paving the way for a new aesthetic of vision. Starting from these assumptions, this research primarily aims at investigating teaching procedures and tools employed at the Brera Academy of Fine Arts in Milan and at the Albertina Academy in Turin between 19th and 20th centuries, and their relationship with the École nationale supérieure des Beaux-Arts. Analysing the use of extremely heterogeneous materials deriving from corpses – such as organic preparations, teaching panels and plasters –, it will be possible to follow the gradual inclusion of the photographic medium and of some of its innovative applications, devoted to re-centre the teaching method on alive bodies and their movements. Far from being free from idealistic implications, the pursuit of beauty and perfection will reveal itself through the analysis of programmes, booklets, journals and anatomic manuals, also being more and more directed towards what academics – back then – defined as the ‘true’ human body. This itinerary, which on the one hand will examine the words used by psycho-physioligical science for human expression and movement and, on the other, will evaluate the iconographic materials mostly in vogue at the time, will show the aesthetic implications hinted at in the alleged ‘objective’ truth of the anatomic course and the admittance of different artistic and media practices, in which tradition and modernity never cease to coexist and reciprocally condition one other.

Fiorito in epoca rinascimentale, l’interesse degli artisti verso la scienza anatomica sorregge da sempre il desiderio umano di conoscere la propria natura, penetrandone le parti più segrete celate oltre la mera superficie epidermica. Parte di questa complessa reciprocità che segna i rapporti tra arte e scienza, l’anatomia artistica o estetica si affermò ufficialmente in Italia con l’istituzione di un’apposita cattedra presso le Accademie di belle arti a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Attraverso lo studio comparato della dissezione del cadavere, della scultura classica e del corpo vivo, questa disciplina era guidata prevalentemente da medici che dovevano possedere oltre a precise competenze tecnico-scientifiche anche buone capacità nel campo delle arti e del disegno. Nonostante l’insegnamento approfittasse di norma dell’avvento di nuove scoperte e di aggiornati strumenti di analisi e visualizzazione, la pedagogia volta alla rappresentazione del corpo umano non subì cambiamenti sostanziali sino alla soglia della contemporaneità, quando l’emergere degli studi fisiologici segnò l’entrata in scena del medium fotografico e di alcuni dispositivi pre-cinematografici inaugurando una nuova estetica della visione. Partendo da tali assunti, il presente lavoro di ricerca ha come fine principale l’indagine attorno alle pratiche e ai sussidi impiegati nella didattica presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera di Milano e presso l’Accademia Albertina di Torino tra il XIX secolo e il XX secolo e il loro rapporto con l’École nationale supérieure des Beaux-Arts. Osservando l’utilizzo di materiali estremamente eterogenei derivati dal cadavere, come preparati organici, tavole didattiche e gessi, si avrà modo di assistere alla graduale inclusione del medium fotografico e di alcune sue originali applicazioni consacrate a ricentrare l’insegnamento sul corpo vivo e sui suoi movimenti. Lungi dal risultare scevra di implicazioni ideali, la ricerca della bellezza e della perfezione si mostrerà attraverso l’analisi dei programmi, degli opuscoli, delle riviste e della manualistica anatomica, sempre più volta verso quello che i docenti definiscono il ‘vero’ corpo umano. Tale percorso, che vede da un lato l’esame delle parole della scienza psico-fisiologica inerenti all’espressione e al moto umano e, dall’altro, il vaglio dei materiali iconografici più in voga, mostrerà le implicazioni estetiche sottese alla presunta verità ‘oggettiva’ del corso anatomico e l’innesto di pratiche artistiche e mediali differenti, in cui tradizione e modernità non cessano di convivere e influenzarsi reciprocamente.

Il ‘vero’ ideale: il corpo umano tra pedagogia artistica e scientifica Anatomia, disegno e sperimentazioni fotografiche tra il XIX e il XX secolo / Greta Plaitano , 2022 Jul 06. 34. ciclo, Anno Accademico 2020/2021.

Il ‘vero’ ideale: il corpo umano tra pedagogia artistica e scientifica Anatomia, disegno e sperimentazioni fotografiche tra il XIX e il XX secolo

PLAITANO, GRETA
2022-07-06

Abstract

Flourished during the Renaissance, the artists’ interest in anatomic science has always underpinned the human desire to get to know their own nature, penetrating its most secret parts, hidden behind the mere epidermal surface. As part of this complex reciprocity – which marks the relationship between Art and Science –, artistic or aesthetic anatomy officially became established in Italy with the creation of a specific chair at the Academies of Fine Arts at the turn of 18th and 19th centuries. Through the comparative study of corpse dissection, classical sculpture and alive bodies, this discipline was chiefly led by physicians who had to possess good skills in the fields of art and drawing, besides precise technical-scientific expertise. Although teaching usually exploited the most recent discoveries and updated analysis and visualization tools, the pedagogy aimed at the representation of the human body didn’t undergo any substantial change up to the threshold of contemporaneity, when the emerging of physiology studies marked the stepping in of the photographic medium and of some pre-cinematographic devices, paving the way for a new aesthetic of vision. Starting from these assumptions, this research primarily aims at investigating teaching procedures and tools employed at the Brera Academy of Fine Arts in Milan and at the Albertina Academy in Turin between 19th and 20th centuries, and their relationship with the École nationale supérieure des Beaux-Arts. Analysing the use of extremely heterogeneous materials deriving from corpses – such as organic preparations, teaching panels and plasters –, it will be possible to follow the gradual inclusion of the photographic medium and of some of its innovative applications, devoted to re-centre the teaching method on alive bodies and their movements. Far from being free from idealistic implications, the pursuit of beauty and perfection will reveal itself through the analysis of programmes, booklets, journals and anatomic manuals, also being more and more directed towards what academics – back then – defined as the ‘true’ human body. This itinerary, which on the one hand will examine the words used by psycho-physioligical science for human expression and movement and, on the other, will evaluate the iconographic materials mostly in vogue at the time, will show the aesthetic implications hinted at in the alleged ‘objective’ truth of the anatomic course and the admittance of different artistic and media practices, in which tradition and modernity never cease to coexist and reciprocally condition one other.
6-lug-2022
Fiorito in epoca rinascimentale, l’interesse degli artisti verso la scienza anatomica sorregge da sempre il desiderio umano di conoscere la propria natura, penetrandone le parti più segrete celate oltre la mera superficie epidermica. Parte di questa complessa reciprocità che segna i rapporti tra arte e scienza, l’anatomia artistica o estetica si affermò ufficialmente in Italia con l’istituzione di un’apposita cattedra presso le Accademie di belle arti a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. Attraverso lo studio comparato della dissezione del cadavere, della scultura classica e del corpo vivo, questa disciplina era guidata prevalentemente da medici che dovevano possedere oltre a precise competenze tecnico-scientifiche anche buone capacità nel campo delle arti e del disegno. Nonostante l’insegnamento approfittasse di norma dell’avvento di nuove scoperte e di aggiornati strumenti di analisi e visualizzazione, la pedagogia volta alla rappresentazione del corpo umano non subì cambiamenti sostanziali sino alla soglia della contemporaneità, quando l’emergere degli studi fisiologici segnò l’entrata in scena del medium fotografico e di alcuni dispositivi pre-cinematografici inaugurando una nuova estetica della visione. Partendo da tali assunti, il presente lavoro di ricerca ha come fine principale l’indagine attorno alle pratiche e ai sussidi impiegati nella didattica presso l’Accademia delle Belle Arti di Brera di Milano e presso l’Accademia Albertina di Torino tra il XIX secolo e il XX secolo e il loro rapporto con l’École nationale supérieure des Beaux-Arts. Osservando l’utilizzo di materiali estremamente eterogenei derivati dal cadavere, come preparati organici, tavole didattiche e gessi, si avrà modo di assistere alla graduale inclusione del medium fotografico e di alcune sue originali applicazioni consacrate a ricentrare l’insegnamento sul corpo vivo e sui suoi movimenti. Lungi dal risultare scevra di implicazioni ideali, la ricerca della bellezza e della perfezione si mostrerà attraverso l’analisi dei programmi, degli opuscoli, delle riviste e della manualistica anatomica, sempre più volta verso quello che i docenti definiscono il ‘vero’ corpo umano. Tale percorso, che vede da un lato l’esame delle parole della scienza psico-fisiologica inerenti all’espressione e al moto umano e, dall’altro, il vaglio dei materiali iconografici più in voga, mostrerà le implicazioni estetiche sottese alla presunta verità ‘oggettiva’ del corso anatomico e l’innesto di pratiche artistiche e mediali differenti, in cui tradizione e modernità non cessano di convivere e influenzarsi reciprocamente.
anatomia; estetica; morfologia; fisiologia; fotografia
anatomy; aesthetics; morphology; physiology; fotografia
Il ‘vero’ ideale: il corpo umano tra pedagogia artistica e scientifica Anatomia, disegno e sperimentazioni fotografiche tra il XIX e il XX secolo / Greta Plaitano , 2022 Jul 06. 34. ciclo, Anno Accademico 2020/2021.
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Descrizione: Il ‘vero’ ideale: il corpo umano tra pedagogia artistica e scientifica. Anatomia, disegno e sperimentazioni fotografiche tra il XIX e il XX secolo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1232467
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