Con il presente contributo si tenta di analizzare l’esperienza cyberpunk italiana alla luce delle proposte della rivista “Decoder” (1987 – 1998), concentrandosi nella seconda parte dell’intervento sul fumetto di Prof. Bad Trip nella rubrica Il Decoder dei piccoli. Dando spazio alla musica e alle arti performative, ma anche alla critica radicale, recuperando la tradizione della contestazione giovanile dei primi anni Sessanta, la rivista contribuì alla definizione del genere, grazie all’impostazione grafica, che lasciava trasparire la venuta di mondi distopici, e a una precisa impostazione teorica, che traspariva da contributi come Rete informatica alternativa di Raf “Valvola” Scelsi. In particolare, si vorrebbero studiare alcuni momenti creativi che fecero della rivista il punto di riferimento del cyberpunk e dell’hacktivismo internazionale; la redazione era infatti coinvolta nella definizione delle nuove comunità virtuali: aveva preso parte a Piazza Virtuale dei Van Gogh Tv, in occasione di Documenta IX a Kassel nel 1992, e aveva fondato la sua BBS l’anno successivo.

Reale iperreale virtuale: echi di cyberpunk nella rivista "Decoder".

capriolo andrea
;
2023-01-01

Abstract

Con il presente contributo si tenta di analizzare l’esperienza cyberpunk italiana alla luce delle proposte della rivista “Decoder” (1987 – 1998), concentrandosi nella seconda parte dell’intervento sul fumetto di Prof. Bad Trip nella rubrica Il Decoder dei piccoli. Dando spazio alla musica e alle arti performative, ma anche alla critica radicale, recuperando la tradizione della contestazione giovanile dei primi anni Sessanta, la rivista contribuì alla definizione del genere, grazie all’impostazione grafica, che lasciava trasparire la venuta di mondi distopici, e a una precisa impostazione teorica, che traspariva da contributi come Rete informatica alternativa di Raf “Valvola” Scelsi. In particolare, si vorrebbero studiare alcuni momenti creativi che fecero della rivista il punto di riferimento del cyberpunk e dell’hacktivismo internazionale; la redazione era infatti coinvolta nella definizione delle nuove comunità virtuali: aveva preso parte a Piazza Virtuale dei Van Gogh Tv, in occasione di Documenta IX a Kassel nel 1992, e aveva fondato la sua BBS l’anno successivo.
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