Il vuoto può ancora essere assunto come elemento che articola l’architettura? La sua capacità generativa – a prescindere da programma e funzione – può ancora avere un carattere di attualità e, operando un pensiero analogico, mettere in luce gli influssi reciproci e le corrispondenze tra passato e presente? A queste domande il paper intende provare a rispondere attraverso la lettura di alcune opere di esponenti dell’architettura moderna e contemporanea iberica. L’attenzione, in particolare, è posta sul principio della disposizione alveolare che Martí Arís identifica in alcune opere di Le Corbusier in cui una serie di vuoti, che “attraversano” la costruzione, stabiliscono “un rapporto tra interno ed esterno” generando “una porosità nella massa costruita”. Il vuoto si definisce così come principio ordinatore che struttura gli elementi del progetto e che, in un “gioco di complessità” consente di compiere il passaggio dal tipo al progetto, rendendone ancora attuale e vitale il valore. Le opere indagate nel paper raccontano di quella capacità trasformativa del tipo che, attraverso incroci, raddoppi, ibridazioni, combinazioni, analogie, ecc. sospende il tempo storico, ponendo l’attenzione sul valore della permanenza. “La via del progresso non va cercata negli atti esterni o nelle rivoluzioni ma solo nella più intima natura dell’uomo e nelle sue trasformazioni”.

Avete detto vuoto?

Claudia Pirina;
2022-01-01

Abstract

Il vuoto può ancora essere assunto come elemento che articola l’architettura? La sua capacità generativa – a prescindere da programma e funzione – può ancora avere un carattere di attualità e, operando un pensiero analogico, mettere in luce gli influssi reciproci e le corrispondenze tra passato e presente? A queste domande il paper intende provare a rispondere attraverso la lettura di alcune opere di esponenti dell’architettura moderna e contemporanea iberica. L’attenzione, in particolare, è posta sul principio della disposizione alveolare che Martí Arís identifica in alcune opere di Le Corbusier in cui una serie di vuoti, che “attraversano” la costruzione, stabiliscono “un rapporto tra interno ed esterno” generando “una porosità nella massa costruita”. Il vuoto si definisce così come principio ordinatore che struttura gli elementi del progetto e che, in un “gioco di complessità” consente di compiere il passaggio dal tipo al progetto, rendendone ancora attuale e vitale il valore. Le opere indagate nel paper raccontano di quella capacità trasformativa del tipo che, attraverso incroci, raddoppi, ibridazioni, combinazioni, analogie, ecc. sospende il tempo storico, ponendo l’attenzione sul valore della permanenza. “La via del progresso non va cercata negli atti esterni o nelle rivoluzioni ma solo nella più intima natura dell’uomo e nelle sue trasformazioni”.
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