Quando Rilke, nel 1911, accoglie l’invito della principessa Marie von Thurn und Taxis e giunge a Duino si trova in un momento di intensa crisi creativa ed esistenziale; la ‘poetica dello sguardo’ che aveva fecondato le "Nuove poesie" si è esaurita. Nel silenzio del castello, attorniato dal mare e dall’asperità del paesaggio carsico, si compirà quella "Svolta", così il titolo di una nota poesia, che condurrà il poeta dal mondo visibile delle "Nuove poesie" a quello invisibile e interiore delle "Elegie duinesi", dal paesaggio esteriore all’«uomo interiore». Nell'articolo vengono individuati alcuni dei fattori, riconducibili specificamente al soggiorno a Duino, responsabili di questa "svolta" interiore: il paesaggio sublime di Duino, descritto in numerosi passi, in cui l'infinito del mare e l'asperità del Carso fece scoprire al poeta l'indissolubile legame tra bello e terribile enunciata poi nelle Elegie; la visita ad Arquà sulla tomba di Petrarca nel 1912 con la principessa Thurn und Taxis e la traduzione, poco prima dell’arrivo a Duino, della lettera di Petrarca a Dionigi di Borgo San Sepolcro (Fam., IV, 1, 26.4.1336) in cui il poeta italiano al termine della salita al monte Ventoso viene indotto dal ricordo delle parole di S. Agostino a distogliere lo sguardo dal paesaggio per rivolgerlo alla propria interiorità; la traduzione, a Duino, de "L’Infinito" di Leopardi, che rivela una interpretazione personale della poesia, una "Nachdichtung", in cui l'io compie un "naufragio interiore" e si inabissa nella propria interiorità; infine la composizione, nel 1912, sempre a Duino, del saggio "Del poeta", in cui Rilke identifica il poeta con il rematore che in Egitto guidava l'imbarcazione con il suo canto, instaurando una relazione con luoghi lontanissimi, con un’infinitezza invisibile e altrimenti inaccessibile.
Rilke a Duino e la «svolta» negli «abissi dell’anima»
Elena Polledri
2023-01-01
Abstract
Quando Rilke, nel 1911, accoglie l’invito della principessa Marie von Thurn und Taxis e giunge a Duino si trova in un momento di intensa crisi creativa ed esistenziale; la ‘poetica dello sguardo’ che aveva fecondato le "Nuove poesie" si è esaurita. Nel silenzio del castello, attorniato dal mare e dall’asperità del paesaggio carsico, si compirà quella "Svolta", così il titolo di una nota poesia, che condurrà il poeta dal mondo visibile delle "Nuove poesie" a quello invisibile e interiore delle "Elegie duinesi", dal paesaggio esteriore all’«uomo interiore». Nell'articolo vengono individuati alcuni dei fattori, riconducibili specificamente al soggiorno a Duino, responsabili di questa "svolta" interiore: il paesaggio sublime di Duino, descritto in numerosi passi, in cui l'infinito del mare e l'asperità del Carso fece scoprire al poeta l'indissolubile legame tra bello e terribile enunciata poi nelle Elegie; la visita ad Arquà sulla tomba di Petrarca nel 1912 con la principessa Thurn und Taxis e la traduzione, poco prima dell’arrivo a Duino, della lettera di Petrarca a Dionigi di Borgo San Sepolcro (Fam., IV, 1, 26.4.1336) in cui il poeta italiano al termine della salita al monte Ventoso viene indotto dal ricordo delle parole di S. Agostino a distogliere lo sguardo dal paesaggio per rivolgerlo alla propria interiorità; la traduzione, a Duino, de "L’Infinito" di Leopardi, che rivela una interpretazione personale della poesia, una "Nachdichtung", in cui l'io compie un "naufragio interiore" e si inabissa nella propria interiorità; infine la composizione, nel 1912, sempre a Duino, del saggio "Del poeta", in cui Rilke identifica il poeta con il rematore che in Egitto guidava l'imbarcazione con il suo canto, instaurando una relazione con luoghi lontanissimi, con un’infinitezza invisibile e altrimenti inaccessibile.File | Dimensione | Formato | |
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