Lungo i suoi 90 anni, l’Inu ha accompagnato la produzione dei piani urbanistici in diverse forme: partecipando alla costruzione dei provvedimenti legislativi, favorendo il dibattito culturale e l’innovazione degli strumenti, diffondendo attraverso le pubblicazioni e la rivista Urbanistica le buone pratiche e i piani esemplari, molti dei quali prodotti dai suoi migliori protagonisti. Affrontando questo ampio insieme di materiali ed esperienze, le autrici si concentrano su alcuni piani peculiari che hanno rappresentato il cammino svolto insieme dall’Inu e dal Paese, concentrando l’attenzione sui piani regolatori comunali: ovvero gli strumenti che hanno interpretato le idee messe in campo dalle amministrazioni delle città, individuate come principali protagoniste della crescita e della trasformazione in Italia, e che tra molte difficoltà hanno tentato di dettarne le regole. All’interno di questo campo di osservazione si è scelto poi di osservare i piani realizzati a partire dal secondo dopoguerra, che hanno affiancato la crescita, la crisi, le istanze di modificazione e innovazione che hanno investito le città italiane. I piani sono lo strumento principale delle amministrazioni locali per intervenire nel ‘corpo vivo’ della città, definendo (in accordo prima col Ministero dei Lavori pubblici e dagli anni ’70 con le Regioni) le regole e le modalità per la sua costruzione e trasformazione: le scelte sull’uso dei suoli, le strategie per dare forma alla mobilità locale, alle trame ambientali, alle attrezzature collettive e ai servizi, fino agli interventi minuti nei tessuti urbani, nei quartieri residenziali o nelle aree produttive. A partire da queste premesse – e concentrando per lo più l’attenzione su quella che possiamo definire una produzione ‘di spicco’, di piani realizzati spesso da protagonisti della storia e della vita dell’Inu – ci si concentra su sei diverse forme di piano, che hanno segnato il percorso dell’urbanistica italiana e contraddistinguono il contributo dell’Istituto alla sua evoluzione. Il contributo si articola in sei parti: I. Attuando la legge 1150: pianificare per le città in crescita; II. Tutelare patrimoni e paesaggi; III. Una svolta: nuovi piani per dare qualità e servizi ai cittadini; IV. Riqualificazione urbana, tra piani e progetti; V. Connettere e qualificare l’esistente; VI. Due forme di piano integrate: strategie e progetti.

Le forme del piano urbanistico comunale. Shapes of the city plan

G. FINI
Co-primo
;
2020-01-01

Abstract

Lungo i suoi 90 anni, l’Inu ha accompagnato la produzione dei piani urbanistici in diverse forme: partecipando alla costruzione dei provvedimenti legislativi, favorendo il dibattito culturale e l’innovazione degli strumenti, diffondendo attraverso le pubblicazioni e la rivista Urbanistica le buone pratiche e i piani esemplari, molti dei quali prodotti dai suoi migliori protagonisti. Affrontando questo ampio insieme di materiali ed esperienze, le autrici si concentrano su alcuni piani peculiari che hanno rappresentato il cammino svolto insieme dall’Inu e dal Paese, concentrando l’attenzione sui piani regolatori comunali: ovvero gli strumenti che hanno interpretato le idee messe in campo dalle amministrazioni delle città, individuate come principali protagoniste della crescita e della trasformazione in Italia, e che tra molte difficoltà hanno tentato di dettarne le regole. All’interno di questo campo di osservazione si è scelto poi di osservare i piani realizzati a partire dal secondo dopoguerra, che hanno affiancato la crescita, la crisi, le istanze di modificazione e innovazione che hanno investito le città italiane. I piani sono lo strumento principale delle amministrazioni locali per intervenire nel ‘corpo vivo’ della città, definendo (in accordo prima col Ministero dei Lavori pubblici e dagli anni ’70 con le Regioni) le regole e le modalità per la sua costruzione e trasformazione: le scelte sull’uso dei suoli, le strategie per dare forma alla mobilità locale, alle trame ambientali, alle attrezzature collettive e ai servizi, fino agli interventi minuti nei tessuti urbani, nei quartieri residenziali o nelle aree produttive. A partire da queste premesse – e concentrando per lo più l’attenzione su quella che possiamo definire una produzione ‘di spicco’, di piani realizzati spesso da protagonisti della storia e della vita dell’Inu – ci si concentra su sei diverse forme di piano, che hanno segnato il percorso dell’urbanistica italiana e contraddistinguono il contributo dell’Istituto alla sua evoluzione. Il contributo si articola in sei parti: I. Attuando la legge 1150: pianificare per le città in crescita; II. Tutelare patrimoni e paesaggi; III. Una svolta: nuovi piani per dare qualità e servizi ai cittadini; IV. Riqualificazione urbana, tra piani e progetti; V. Connettere e qualificare l’esistente; VI. Due forme di piano integrate: strategie e progetti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11390/1272767
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