Sebbene Tozzi sia ormai riconosciuto, anche nei manuali scolastici, come un esponente rappresentativo del modernismo italiano a fianco di Svevo e Pirandello, lo spazio che gli viene dedicato nella effettiva prassi didattica è piuttosto circoscritto. Eppure, i racconti brevi di una raccolta come Giovani (1920) – si ricordi che Baldacci indicò proprio nella novellistica la «punta di diamante di tutta la sua opera» (L. Baldacci, Tozzi moderno, 1993) – offrono materiale funzionale agli insegnanti di italiano: sia per la loro compattezza, sia per i modi e lo stile adottati, sia infine per i temi trattati. L’intervento intende provare questa tesi attraverso una lettura orientata alla didattica del racconto Una recita cinematografica. Della novella verranno messi in evidenza: l’uso idiosincratico della punteggiatura; il trattamento del personaggio, con riferimento alla poetica tozziana e al saggio Come leggo io (1919); infine, e soprattutto, il cortocircuito tra fatto e finzione del finale, in cui un la visione di un evento finzionale – un suicidio inscenato da un gruppo di attori durante le prove per un film – distoglie il protagonista Calepodio dal proposito di uccidersi, impedendo quindi il compiersi di un fatto.
Appunti didattici su "Una recita cinematografica" di Federigo Tozzi
Paolo CeruttiPrimo
2024-01-01
Abstract
Sebbene Tozzi sia ormai riconosciuto, anche nei manuali scolastici, come un esponente rappresentativo del modernismo italiano a fianco di Svevo e Pirandello, lo spazio che gli viene dedicato nella effettiva prassi didattica è piuttosto circoscritto. Eppure, i racconti brevi di una raccolta come Giovani (1920) – si ricordi che Baldacci indicò proprio nella novellistica la «punta di diamante di tutta la sua opera» (L. Baldacci, Tozzi moderno, 1993) – offrono materiale funzionale agli insegnanti di italiano: sia per la loro compattezza, sia per i modi e lo stile adottati, sia infine per i temi trattati. L’intervento intende provare questa tesi attraverso una lettura orientata alla didattica del racconto Una recita cinematografica. Della novella verranno messi in evidenza: l’uso idiosincratico della punteggiatura; il trattamento del personaggio, con riferimento alla poetica tozziana e al saggio Come leggo io (1919); infine, e soprattutto, il cortocircuito tra fatto e finzione del finale, in cui un la visione di un evento finzionale – un suicidio inscenato da un gruppo di attori durante le prove per un film – distoglie il protagonista Calepodio dal proposito di uccidersi, impedendo quindi il compiersi di un fatto.File | Dimensione | Formato | |
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