Il rondò vocale venuto in auge con Giuseppe Sarti, il grande ‘numero’ solistico del protagonista nell’opera seria del tardo Settecento, segna un punto di snodo fondamentale nel passaggio dall’aria settecentesca, drammaticamente statica, all’aria ottocentesca, dinamica e multipartita. Diversamente dall’aria col da capo e dal rondeau monopartito alla francese, il rondò italiano del tardo Settecento è contraddistinto da una forma bipartita e da una evidente struttura ‘vettoriale’, passibile di dinamicizzazioni drammatiche, con controscene, rivolgimenti affettivi, momenti risolutivi e altri mutamenti scenici che concorrono a produrre una drammatizzazione interna al brano stesso. Agli anni Ottanta del secolo – il decennio di massima espansione di questo modello formale – si possono far risalire le prime apparizioni, nei rondò, di uno strumento capitale per la dinamicizzazione del numero musicale, ossia i ‘pertichini’, inserti di uno o più personaggi secondari che, incidendo sullo stato emozionale del personaggio titolare, influiscono sull’azione, innescando e giustificando l’avvio di una nuova situazione scenica, esternata in una sezione musicale in tempo più spedito. L’articolo si concentra sull’esame dei primi esemplari di arie con pertichini, siano esse in forma di rondò o pluripartite; nel corso dell’articolo vengono esaminate, in particolare, la funzione drammaturgica che tali inserti ricoprono, le situazioni sceniche ricorrenti e, da ultimo, le modalità con cui il dettato musicale si rapporta, di volta in volta, con tali dinamicizzazioni drammatiche, sotto il profilo tanto del discorso musicale nei suoi elementi armonici e ritmico-orchestrali, quanto della macrostruttura formale.
Dinamicizzazione e pertichini nelle arie di fine Settecento
Paolo De Matteis
2022-01-01
Abstract
Il rondò vocale venuto in auge con Giuseppe Sarti, il grande ‘numero’ solistico del protagonista nell’opera seria del tardo Settecento, segna un punto di snodo fondamentale nel passaggio dall’aria settecentesca, drammaticamente statica, all’aria ottocentesca, dinamica e multipartita. Diversamente dall’aria col da capo e dal rondeau monopartito alla francese, il rondò italiano del tardo Settecento è contraddistinto da una forma bipartita e da una evidente struttura ‘vettoriale’, passibile di dinamicizzazioni drammatiche, con controscene, rivolgimenti affettivi, momenti risolutivi e altri mutamenti scenici che concorrono a produrre una drammatizzazione interna al brano stesso. Agli anni Ottanta del secolo – il decennio di massima espansione di questo modello formale – si possono far risalire le prime apparizioni, nei rondò, di uno strumento capitale per la dinamicizzazione del numero musicale, ossia i ‘pertichini’, inserti di uno o più personaggi secondari che, incidendo sullo stato emozionale del personaggio titolare, influiscono sull’azione, innescando e giustificando l’avvio di una nuova situazione scenica, esternata in una sezione musicale in tempo più spedito. L’articolo si concentra sull’esame dei primi esemplari di arie con pertichini, siano esse in forma di rondò o pluripartite; nel corso dell’articolo vengono esaminate, in particolare, la funzione drammaturgica che tali inserti ricoprono, le situazioni sceniche ricorrenti e, da ultimo, le modalità con cui il dettato musicale si rapporta, di volta in volta, con tali dinamicizzazioni drammatiche, sotto il profilo tanto del discorso musicale nei suoi elementi armonici e ritmico-orchestrali, quanto della macrostruttura formale.File | Dimensione | Formato | |
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