L’articolo analizza l’evoluzione della giurisprudenza della Corte di giustizia in materia di libera circolazione degli status personali e familiari, con particolare attenzione al contributo offerto dal caso più recente, Mirin. Nel fare ciò, lo scritto esamina i rapporti tra il diritto dell’UE e le competenze statali in ambiti particolarmente sensibili come l’identità personale e lo stato civile, approfondendo le sfide connesse al riconoscimento transnazionale dei cambiamenti di genere effettuati in altro Stato membro dell’UE. L’articolo colloca la sentenza Mirin all’interno di una più ampia ricostruzione giurisprudenziale volta a garantire non solo la libera circolazione dei cittadini dell’UE, ma anche (e soprattutto) i loro diritti fondamentali. La conclusione cui si giunge è che la sentenza Mirin, attraverso un’estensione applicativa del principio di mutuo riconoscimento degli status, rappresenta un passo significativo nell’integrazione del riconoscimento dell’identità di genere nel quadro della cittadinanza europea e sottolinea una volta di più il ruolo della Corte di giustizia nel plasmare progressivamente i diritti fondamentali nell’ordinamento giuridico europeo. This article explores the evolving jurisprudence of the Court of Justice of the European Union regarding the free movement of personal and family status, focusing on the most recent case Mirin. It addresses the intersection of EU law with national competence in sensitive areas like personal identity and civil status, highlighting the challenges of transnational recognition of gender changes made in another EU Member State. The article situates Mirin within a broader judicial framework aimed at ensuring not only the free movement of EU citizens but also (and above all) the protection of their fundamental rights. The article concludes that Mirin, as it extends the application of the mutual recognition principle, represents a significant step in integrating gender identity recognition into the framework of EU citizenship, and it underscores the role of the Court of Justice in progressively shaping fundamental rights in the European legal order.

Dalla libera circolazione del nome alla libera circolazione dell’identità di genere: la giurisprudenza della Corte di giustizia dopo la sentenza Mirin

Francesco Deana
2024-01-01

Abstract

L’articolo analizza l’evoluzione della giurisprudenza della Corte di giustizia in materia di libera circolazione degli status personali e familiari, con particolare attenzione al contributo offerto dal caso più recente, Mirin. Nel fare ciò, lo scritto esamina i rapporti tra il diritto dell’UE e le competenze statali in ambiti particolarmente sensibili come l’identità personale e lo stato civile, approfondendo le sfide connesse al riconoscimento transnazionale dei cambiamenti di genere effettuati in altro Stato membro dell’UE. L’articolo colloca la sentenza Mirin all’interno di una più ampia ricostruzione giurisprudenziale volta a garantire non solo la libera circolazione dei cittadini dell’UE, ma anche (e soprattutto) i loro diritti fondamentali. La conclusione cui si giunge è che la sentenza Mirin, attraverso un’estensione applicativa del principio di mutuo riconoscimento degli status, rappresenta un passo significativo nell’integrazione del riconoscimento dell’identità di genere nel quadro della cittadinanza europea e sottolinea una volta di più il ruolo della Corte di giustizia nel plasmare progressivamente i diritti fondamentali nell’ordinamento giuridico europeo. This article explores the evolving jurisprudence of the Court of Justice of the European Union regarding the free movement of personal and family status, focusing on the most recent case Mirin. It addresses the intersection of EU law with national competence in sensitive areas like personal identity and civil status, highlighting the challenges of transnational recognition of gender changes made in another EU Member State. The article situates Mirin within a broader judicial framework aimed at ensuring not only the free movement of EU citizens but also (and above all) the protection of their fundamental rights. The article concludes that Mirin, as it extends the application of the mutual recognition principle, represents a significant step in integrating gender identity recognition into the framework of EU citizenship, and it underscores the role of the Court of Justice in progressively shaping fundamental rights in the European legal order.
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