Lo studio si concentra su sette complessi rurali noti come “ninfei”, situati al di fuori dei centri urbani nella provincia romana di Syria-Palaestina. I casi analizzati sono: Ras el-Ain (Baalbek), Qanawat, Temnine el-Fouqa, Ain Houchbay, Kasarnaba, Kafr Latah, Ein Hanya. Tali edifici sono strettamente collegati alle sorgenti d’acqua e all’ambiente naturale circostante e solo uno dei monumenti esaminati (Ain Houchbay) è accompagnato da un’iscrizione, che tuttavia non fornisce dettagli sulla funzione del sito. Il presente lavoro ha l’obiettivo di determinare se tali strutture siano state concepite come luoghi di culto e quali indicatori supportino questa interpretazione, considerando la scarsità di fonti archeologiche, epigrafiche o letterarie che ne specificano la natura. L’analisi si basa quindi su prove archeologiche e contestuali per comprendere il ruolo e la percezione di questi santuari nel contesto del fenomeno religioso regionale. Data la natura delle evidenze archeologiche – alcune poco note – nel testo si forniscono un’analisi planimetrica e una descrizione architettonica di ciascun monumento per poi rimandare nel paragrafo conclusivo alle considerazioni sui confronti e le possibili destinazioni d’uso. Vengono inoltre fornite proposte cronologiche per i monumenti di Ein Hanya e Temnine el-Fouqa sulla base della decorazione architettonica superstite finora non analizzata.
Fontane o santuari delle acque: alcune strutture idriche extra urbane della Syria-Palaestina,
Dell'Acqua Antonio
2025-01-01
Abstract
Lo studio si concentra su sette complessi rurali noti come “ninfei”, situati al di fuori dei centri urbani nella provincia romana di Syria-Palaestina. I casi analizzati sono: Ras el-Ain (Baalbek), Qanawat, Temnine el-Fouqa, Ain Houchbay, Kasarnaba, Kafr Latah, Ein Hanya. Tali edifici sono strettamente collegati alle sorgenti d’acqua e all’ambiente naturale circostante e solo uno dei monumenti esaminati (Ain Houchbay) è accompagnato da un’iscrizione, che tuttavia non fornisce dettagli sulla funzione del sito. Il presente lavoro ha l’obiettivo di determinare se tali strutture siano state concepite come luoghi di culto e quali indicatori supportino questa interpretazione, considerando la scarsità di fonti archeologiche, epigrafiche o letterarie che ne specificano la natura. L’analisi si basa quindi su prove archeologiche e contestuali per comprendere il ruolo e la percezione di questi santuari nel contesto del fenomeno religioso regionale. Data la natura delle evidenze archeologiche – alcune poco note – nel testo si forniscono un’analisi planimetrica e una descrizione architettonica di ciascun monumento per poi rimandare nel paragrafo conclusivo alle considerazioni sui confronti e le possibili destinazioni d’uso. Vengono inoltre fornite proposte cronologiche per i monumenti di Ein Hanya e Temnine el-Fouqa sulla base della decorazione architettonica superstite finora non analizzata.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


